È ancora l’ora dei Pavesini

Sessant'anni fa Mario Pavesi ideava i celebri biscotti formato snack che ancora oggi deliziano il palato degli italiani e non solo. Una delle invenzioni di un genio imprenditoriale che sapeva, con fantasia e rigore, proiettarsi nel futuro
I Pavesini hanno sessant'anni

«Arrivare prima degli altri». Era uno dei motti di Mario Pavesi, imprenditore geniale, in quegli anni da miracolo in cui una Italia speranzosa e ottimista sapeva farsi ammirare per l’inventiva e lo spirito organizzativo di tanti suoi figli e figlie, che avevano fantasia e visione.

Ora siamo un po’ traballanti – altro che arrivare prima – giochiamo per non retrocedere; anzi, nella nostra penisola sembra si sia sviluppata una certa abilità nell’impedire al genio di emergere, nel bloccare o distruggere chi sembra avere una marcia in più ed è disposto a correre qualche rischio…

Conviene guardare al passato per far salire di nuovo a galla lo spirito innovativo e imprenditoriale italiano; e far leva su quel passato per provarci ancora. Buon sangue non mente! Mario Pavesi è uno di quel passato. Venuto dalla gavetta, dal forno di famiglia, un po’ alla volta incrementò la sua attività finché nel 1953 ideò un biscotto dalle caratteristiche innovative: basso costo, alta digeribilità, e soprattutto formato “snack”: dal grosso del biscotto da prima colazione si passava a quello “portatile”, che si può consumare in ogni circostanza.

Dapprima lo chiamò «biscottino di Novara», poi gli dette il suo nome, «biscottino di Pavesi», infine lo battezzò col fortunato nome di «Pavesini». Che ora compiono 60 anni. Pavesi comprese subito la grande opportunità della pubblicità televisiva, dove all’epoca faceva da sovrano Carosello. Fu uno dei primi a utilizzare l’abbinamento del prodotto a personaggi conosciuti al grande pubblico.

Era quella di Carosello una pubblicità con regole totalmente diverse dalle attuali: per i primi 105 secondi della scenetta pubblicitaria non si poteva usare il nome del prodotto, si doveva intrattenere gli spettatori, poi veniva lo slogan. E lì c’era Topo Gigio che ricordava a bambini e adulti: «Tenetevi su con i Pavesini!» (ora c’è Federica Pellegrini). Ma prima del celebre Topo c’erano le filastrocche di Achille Campanini, e l’orologio biscottato che muoveva le lancette scandendo: «è sempre l’ora dei Pavesini!».

Ma non solo biscotti: Mario Pavesi, dopo un viaggio negli Usa, ebbe un’altra idea geniale. L’autogrill. Quello a forma di ponte, che sovrasta l’autostrada, e lo rende accessibile da entrambe i sensi di marcia. Il primo fu realizzato nel 1950, a Novara, sulla Milano-Torino.

Ne seguirono tanti altri, e l’idea piacque anche agli americani, che la copiarono. Era una novità senza precedenti, in quei tempi ancora pionieri per l’automobilismo, poter gustare un pranzetto mentre si guardava in giù, alle macchine che sfrecciavano (si fa per dire!) di sotto.

Poi, Mario Pavesi lanciò in Italia la produzione dei  cracker, affidandone il Carosello al celebre cavaliere: «Come mai non siamo in otto? Perché manca Lancillotto»; creò poi i Ringo, i primi biscotti farciti, poi i Togo… Ora il suo motto, «Arrivare prima degli altri», è scolpito sotto il bassorilievo che lo onora all’entrata dello stabilimento Pavesi. Una frase che ci sprona a darci sempre di più da fare. E a tornare ad avere visione.

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