,,,,e ancora frutti
Continua l’elenco degli effetti caratteristici della nuova evangelizzazione portata dal Movimento dei focolari. Da una conversazione del 3 febbraio 1992. Questa evangelizzazione, tutta basata sull’amore, dona – come sesto effetto – la sapienza. Dice Gesù: A chi mi ama mi manifesterò. E san Beda: A chi ha amore per la parola – scrive – sarà data anche l’intelligenza per comprendere la parola che ama, mentre chi non ama la parola non gusterà affatto le delizie della vera sapienza, anche se crede, per le sue doti naturali o per i suoi studi, di possederla. Il movimento è visto anche come una scuola, come la fonte di una nuova dottrina che amplia le conoscenze già acquisite. Questa evangelizzazione ancora, incentrata sull’unità, crea – è il settimo effetto – la comunità: per essa, cattolici prima indifferenti gli uni verso gli altri si ritrovano compaginati in comunità, vivendo così la Chiesa nella sua essenza più profonda. Movimenti che badavano ognuno a sé stesso trovano una base comune nel lavorare per la Chiesa. Le parrocchie, le diocesi evidenziano l’unità fra loro; gli ordini religiosi scoprono di essere organi diversi ma di un solo corpo e vivono come tali. Ma questa evangelizzazione fa nascere anche la comunità fra cristiani di diverse Chiese e suscita una certa unità con persone di altre religioni e una fraternità – come s’è detto – con non credenti. Per cui il nostro movimento si può vedere anche come un’opera ecumenica nel senso più vasto. Molti altri effetti si potrebbero ricordare. Ad esempio, questa evangelizzazione fa conoscere la gioia promessa a chi vive l’unità. Come dice Paolo VI: Il Vangelo garantisce la felicità, ma cambia la natura della felicità. Questa non consiste nei beni effimeri, ma nel Regno di Dio: nella comunicazione vitale con lui. E ancora: questo modo di evangelizzare, che sottolinea la realtà di Gesù crocifisso e abbandonato, suscita opere di carità e opere sociali. Conosciamo quello che dice Giovanni Damasceno: Come un albero piantato lungo il corso delle acque, così l’anima, irrigata dalle divine Scritture (…), va adorna di verdi foglie, cioè di opere belle dinnanzi a Dio. Questa evangelizzazione fa sperimentare inoltre le promesse evangeliche: fa sì che si riceva ad esempio il centuplo o quanto si chiede. Questa la nostra esperienza quotidiana. Del resto l’ha detto Gesù: Se (…) le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. Il movimento è quindi un esempio della tipica vita dei figli di Dio sulla terra. La Parola, infine – se di fine si può parlare -, suscita anche l’odio del mondo: ma ciò era previsto ed è il prezzo per tutto il resto. L’Opera di Maria (1), edificata dallo Spirito ad immagine di Maria, anche per l’evangelizzazione, come per tutte le altre sue finalità, vuol rispecchiarsi in lei ed essere quasi una sua continuazione. Per questo, conserva nel suo cuore la Parola e la medita, come Maria; e la dona, come lei che, Regina degli Apostoli, ha dato Gesù, la Parola, al mondo. Ogni membro la dona a sé stesso fatta vita, la dona in mezzo agli uomini e l’annuncia a quanti più può.