DV8: il prezzo della vita

Ironico e struggente nel suo elogio della marginalità, il DV8 Physical Theatre di Lloyd Newson vive di tematiche brucianti che esplorano le relazioni e i comportamenti fra le persone. Ospite del Romaeuropa Festival con The cost of living, Newson – australiano, ma cresciuto artisticamente in Inghilterra – affronta “il costo della vita” inteso come valore umano, dove le scelte personali richiedono un prezzo da pagare, insieme al rispetto e alla volontà di capire le diversità dell’altro. Mostra così una predilezione per l’anomalia anche fisica che ha nella presenza di David Toole – un danzatore senza gambe che fa leva sulle mani e sulle braccia – un punto di forza dello spettacolo. Senza nulla di patetico, né di esibito. Gli conferisce, anzi, dignità e normalità costringendoci a guardare con altri occhi. Toole danza con disinvolta agilità, duetta con umanissima tenerezza, compone sequenze, insieme agli altri magnifici performer, che stravolgono canoni estetici tradizionali. È la cifra di Newson, che crea da gesti quotidiani movimenti straordinari di danza: come chi misura, metro in mano, le taglie del proprio corpo e la distanza alla quale mantenersi da un’altra persona; o chi insegna ad una ballerina fuori misura come muoversi e subito la interrompe appena questa accenna ad esprimersi. Scorre, poi, un’ironica passerella da concorso di bellezza, con incursioni tra il pubblico (simil Pina Bausch) a caccia di oggetti; una danza corale con coppie di palloncini in mano; figurazioni con salti ritmati; passeggiate ipnotiche. Tra paesaggi di nuvole scure, tagli di luci caravaggesche, musiche dense di atmosfere, molti altri quadri si susseguono nella scena in declivio che si aprirà come una bocca a catapultare e inghiottire gli interpreti. Più che storie sono stati d’animo, differenze umane cariche di vitalità e di inquietudine, di leggerezza e di fragilità. Nelle tante situazioni recitate c’è infine chi si interroga, in un magnifico assolo danzato, sulla difficoltà del vivere. Domanda che interpella ciascuno. Soprattutto dopo quel colpo di pistola alla nuca che ci lascia attoniti.

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