Durissimo documento Onu contro il Vaticano

Sotto accusa la Chiesa cattolica per la piaga dei preti pedofili. Il Comitato per i diritti del fanciullo intima anche di modificare la posizione in tema di aborto, contraccezione, matrimoni omosessuali. La “sorpresa” del segretario di Stato Parolin. In anteprima l’articolo in uscita sul prossimo numero di Città Nuova.

Il documento adottato dalla Commissione Onu per i diritti dei fanciulli nella riunione del 31 gennaio 2014 è un atto d’accusa molto duro nei confronti dei comportamenti tenuti negli scorsi decenni dalla Chiesa Cattolica in merito agli abusi compiuti da suoi membri verso i bambini.

In particolare la commissione accusa il Vaticano di essere stato in passato più interessato a preservare il buon nome della Chiesa (spostando preti accusati di pedofilia da una parrocchia all’altra o imponendo il silenzio su violenze di singoli o di interi istituti cattolici), invece che a perseguire i colpevoli mettendoli in condizione di non nuocere e denunciandoli all’autorità giudiziaria.

Il documento ingiunge alla Santa Sede di modificare le sue posizioni in tema di aborto, matrimoni omosessuali e contraccezione. La sollecita a battersi contro la discriminazione dei bambini a causa dell’orientamento sessuale dei loro genitori. Chiede di inserire nelle scuole cattoliche una specifica formazione per ridurre gli “stereotipi di genere” e di modificare in vari punti il Diritto Canonico attualmente in vigore, in particolare considerando gli abusi sessuali «crimini e non delitti contro la morale».

Nel comunicato stampa la Santa Sede prende atto delle osservazioni, le quali saranno sottoposte a «minuziosi studi ed esami, nel pieno rispetto della Convenzione sui diritti del fanciullo». Alla Santa Sede, tuttavia, «rincresce vedere in alcuni punti delle osservazioni conclusive un tentativo di interferire con l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa».

Il segretario di Stato, monsignor Parolin, ha sottolineato che la Santa Sede ha aderito alla Convenzione sui diritti del fanciullo proprio per la «volontà di adempiere a tutte le indicazioni della Convenzione». Ha poi però aggiunto che «ci ha sorpreso un po’ il fatto che si sia voluto entrare in temi che interferiscono con la dottrina cattolica soprattutto il tema dell’aborto da parte dell’Onu».

I commenti più vari sono apparsi subito in Rete ieri, e oggi sulle prime pagine dei giornali. Stupisce la durezza del documento che sembra non tenere conto delle azioni intraprese a tutti i livelli e con estrema decisione da papa Benedetto XVI per stroncare e combattere alla radice il fenomeno della “sporcizia” nella Chiesa.

Senza contare l’ulteriore forte impulso dato da papa Francesco, che lo scorso 5 Dicembre ha istituito una apposita commissione che lo consiglierà su come massimizzare l’impegno della Santa sede nella protezione dei fanciulli, in modo da contrastare questi «gravi delitti» ed essere di esempio «per tutti coloro che intendono promuovere il bene dei bambini».

Altri commenti rilevano come questo documento sembra voglia sfruttare lo scandalo pedofilia per un attacco premeditato alla Chiesa Cattolica, vista come uno dei pochi ostacoli da rimuovere nella campagna mediatica in corso per l’affermazione dell’ideologia gender.

Peccato che questo succeda proprio in un momento in cui sembrano aprirsi nuove piste di dialogo «aperto e costruttivo» (come riconosce la stessa Commissione), dialogo che forse dà fastidio a qualcuno. A questo proposito alleghiamo, in anteprima, l’articolo che uscirà sul prossimo numero della rivista Città Nuova.

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