Due vite alla deriva, in un motel

Alessandra Mortelliti mette in scena l’amicizia impossibile fra due personaggi estremi in una commedia notturna che fa ridere, commuove e inquieta. Spesso nello stesso istante
Crollasse il mondo

Sono, ancora una volta, due figure borderline, di umanissima provenienza, di surreale approdo, di instabile collocazione, di marginalità estrema, quelle che ci presenta Alessandra Mortelliti.

Alla sua seconda prova sulla scena, dopo La vertigine del drago diretto e interpretato da Michele Riondino, la giovane drammaturga compie un passo in avanti, e più intrigante, nella scrittura di questo nuovo testo, Crollasse il mondo,affinando la sua poetica,giocando di sfumature, di dettagli, di affondi anche psicologici resi con leggerezza, nei personaggi che delinea. E nella storia che dipana, di cui non si può rivelare gli sviluppi per non togliere lo spiazzamento che avviene.

Li racconta con una chiave comica, a tratti grottesca, con una lieve tinta da thriller, tradendo continuamente un senso di compassione. È l’incontro-scontro, casuale, tra Luisa e Reginaldo nella stanza di un motel fatiscente (un’ambientazione iperrealistica, minuziosa, un’atmosfera da film di David Lynch, o da pitture di Hopper), entrambi reduci da un concorso per sosia di cantanti celebri: lui come Elton John, lei come Madonna, dai costumi appariscenti che rasentano il kitsch.

Lui claudicante e balbuziente, taciturno, con lo sguardo continuamente attonito; lei esuberante, logorroica, sempre sopra le righe. Si può solo dire che c’è presente una pistola, la fotografia di un fratello, uno specchio tenuto coperto da un lenzuolo, un crocefisso luminoso, insegne al neon, rumori cupi, e improvvise melodie pop.

Quella convivenza coatta, fra slanci vitalistici e pulsioni suicide, li costringerà involontariamente a instaurare un’amicizia, nell’attesa che, fuori da quella stanza, qualcosa accadrà. E si può immaginare l’affiorare in entrambi di un passato scomodo, di disagi, solitudini, vite da condividere. Fino ad un inaspettato e commovente riscatto finale, al limite dell’onirico.

La regia di Massimiliano Farau calibra con estrema precisione l’esatta, si direbbe millimetrica, partitura dei gesti, dei lunghi silenzi e delle pause, degli sguardi che riempiono la stanza, delle parole centellinate e di quelle detonanti. Tutto riassunto nell’interpretazione toccante, divertente, drammatica, della stessa Mortelliti e di David Coco. Perfetti nel restituirci la verità umanissima di due mondi in cerca d’identità e, in fondo, bisognosi d’amore.

 

“Crollasse il mondo” di Alessandra Mortelliti, regia Massimiliano Farau. Produzione 15Lune in coproduzione con Artisti Riuniti. A Roma, Teatro Ambra alla Garbatella, fino al 22 febbraio.

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