Due scommesse
All’alba del secondo decennio del terzo millennio, cosa potremo aspettarci dalla musica popolare?
Poco di realmente nuovo, temo. Anche se spero che qualche personaggio di qualità possa quest’anno emergere dal mazzo. Dovessi scommettere, punterei su due fanciulle canadesi. La prima è Térez Montcalm, del Quebec: classe e personalità da vendere, il recente Connection (Egea) dimostra un eclettismo notevole. «Una cantante jazz con un attitudine molto rock», ama definirsi; e aggiungo che è dotata di un’ottima scrittura cantautorale, rilegge i classici più disparati con una creatività che sembrano reinventati. Nel suo quinto disco affronta con passione ed originalità gli U2 e Aznavour, Cole Porter e il Battisti di E penso a te.
Se Térez ha l’anima rock di una Patti Smith ma la raffinatezza della conterranea Joni Mitchell, la giovane Anjulie centrifuga con sapienza cadenze caraibiche e aromi retrò à la Nancy Sinatra, l’hip-hop di una Laureen Hill e il pop sofisticato di una Anita Baker. Anjulie è cresciuta a Toronto, in una famiglia di origini caraibiche: radici individuabili nel suo stile: un’ipotesi pop cosmopolita che oscilla tra la dance e il reggae, la canzone d’autore e il soul. La ragazza ha tutti i numeri per entrare nell’Olimpo del music-business; anche in lei convivono la grazia dell’interprete e la creatività della compositrice, ma rispetto a Térez dimostra un’estroversione e un appeal commerciale più evidente. Non a caso questo omonimo debutto per Universal l’ha già imposta sui circuiti di Mtv. Buon proseguimento ad entrambe.