Due risultati incoraggianti
Gli otto giudici della Corte costituzionale di Karlsruhe hanno autorizzato la Germania a ratificare il trattato di disciplina di bilancio, voluto dalla Merkel e firmato da 25 dei 27 stati membri dell’Ue e il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), il famoso fondo salva-Stati permanente che sostituirà il fondo temporaneo attivato per aiutare Grecia, Portogallo e Irlanda. Il Mes dovrebbe quindi diventare operativo a ottobre e procedere alla ricapitalizzazione urgente del settore bancario in Spagna (60-100 miliardi di euro) e, forse, al rilascio di una nuova tranche di aiuti alla Grecia. Dico forse perché l’accesso alla solidarietà finanziaria degli Stati membri dell’Eurozona è subordinato al rispetto di pesanti condizioni.
La sentenza della Corte costituzionale tedesca, molto attesa dalle cancellerie europee e dai mercati, poggia su una condizione: i giudici hanno accompagnato il via libera al rafforzamento dei poteri del Parlamento tedesco, che dovrà essere consultato nel caso in cui il contributo tedesco superi i 190 miliardi (su 500 miliardi di dotazione totale del Mes) ed informato dell’uso che sarà fatto delle somme sborsate dal Mes.
Un ulteriore sospiro di sollievo nelle capitali europee ha salutato il risultato delle elezioni politiche in Olanda. Il timore aleggiava da tempo riguardo all’eventualità che il partito nazionalista ed euroscettico di Geert Wilders facesse man bassa di voti e potesse rendere difficile la formazione di un nuovo governo. Gli elettori olandesi hanno dimostrato invece di credere nel progetto europeo e nella solidarietà che l’appartenervi comporta: i due maggiori partiti, infatti, i liberali di centro destra del Vvd del premier uscente Rutte e i socialisti di Roemer, hanno ottenuto un risultato superiore alle aspettative (41 e 39 seggi su 150) – mentre il Partito della Libertà di Wilders crollava da 24 a 13 seggi. Ora si tratta di mettere in piedi una coalizione, ma intanto un Parlamento non dominato da euroscettici, in uno dei Paesi chiave per il futuro dell’Euro (è uno dei quattro Stati con la tripla A nel rating delle agenzie di notazione), è un buon segnale per il difficile e lungo processo di uscita dalla crisi dell’Eurozona.