Due inediti di Tiziano
Non si scoprono solo gli inediti di Caravaggio. Questa volta arrivano a Padova dall’Inghilterra due ritratti di superba esecuzione. Il primo è quello del papa Paolo III Farnese, di cui esiste già una tela a Napoli, al Museo di Capodimonte, la più famosa, e giustamente, per la vivacità altezzosa dello sguardo e quelle mani lunghissime e nervose da sembrare artigli.
La tela inglese era considerata una copia notevole della bottega del maestro a Venezia, nella sua casa ai Biri Grandi. A un’osservazione diretta si conferma invece un autografo, una replica di mano dello stesso maestro. La pittura a macchie caratteristica di Tiziano negli anni Quaranta-Cinquanta del Cinquecento balza dinanzi agli occhi con una forza impressionante.
Il papa a testa scoperta guarda verso di noi – in realtà verso l’imperatore Carlo V – col capo chino (in segno di rispetto) e con la mano sulla borsa, a testimoniare la sua accettazione di partecipare economicamente alle imprese del regnante. Le grandi macchie del colore impongono la mozzetta di velluto rosso, larga e percorsa da brividi di luce e la tonaca (la falda) candida e damascata su cui poggia la borsa gialla.
Tre colori, tre messaggi e il volto che si sporge dal buio. Un’apparizione, che solo Tiziano è capace di dipingere con tanta energia e quegli occhi capaci anche di mentire. Al suo pennello non si scappa.
C’è poi, sempre dalle Collezioni Reali, un olio su carta che è un autoritratto dello stesso pittore. Solo il volto, ma che volto: un’istantanea, un uomo dalla barba candida che si volge a rispondere a qualcuno, con un berrettaccio posto di traverso e senza alcuna insegna di potere a cui l’artista teneva tanto. Certo un ritratto posto nella bottega, che poteva servire per repliche di maggior formato, una specie di carta d’identità di valore enorme.
Solo colore, solo luce calda sul viso. È proprio lui, il Cadorino sanguigno. Una mostra da non perdere. Assolutamente.
Padova, Musei Civici agli Eremitani. Fino al 30/9 (catalogo Valneo Budai editore).