Due amiche

Un'amicizia attraverso gli anni. Due ragazze, Sara e Chiara, con un destino struggente in comune, ma con in cuore la certezza che: “Tutto vince l’Amore”.
Amiche (Foto da pexels)
Amiche (Foto da pexels)

Ogni storia è unica: l’ho imparato negli anni, ogni volta che ho pensato “guarda come gli/le assomiglia…” o mi hanno detto “quella persona è proprio come quell’altra”. Si sbaglia sempre nelle semplicistiche similitudini, perchè unici sono i pensieri, le emozioni, i rapporti. Unica è la gioia, unico è il dolore. Ancora di più: unico è il personale incontro con il mistero della malattia e della morte.

Non si ripetono mai, ma, a volte, le storie si incontrano: e allora può capitare qualcosa di meraviglioso, che va ben oltre il tempo, lo spazio, l’età. Come la storia di due amiche speciali, Chiara e Sara. Chiara Badano, di Sassello provincia di Savona, nel 1990 moriva, non ancora diciannovenne. Sara Cornelio, di Pavone Canavese provincia di Torino, anni dopo (nel 1998) nasceva.

Sara, poco più che bambina, “conosce” Chiara nel 2010 o giù di lì, in uno dei tanti incontri dopo la beatificazione della ragazza di Sassello. Capita a lei come  a migliaia di altri giovani, che ne sono colpiti e almeno per un momento affascinati, ma lei va oltre. La scopre amica, compagna di sogni, confidente e forte presenza.

Sara -intendiamoci- non enfatizza nulla di quella esperienza. Del resto non ne avrebbe neanche il tempo, perché è troppo impegnata in un’avventura straordinaria: vivere. Sara vive, canta, balla, studia, ha amici, cresce, affascina. Sara, al tempo stesso, vive la quotidianità di una malattia congenita che -non solo figuratamente- “toglie il fiato”. Vive la certezza che “Tutto vince l’Amore” (la sua tesina di maturità sarebbe da far studiare a tutti gli operatori della cura); vive il trapianto di polmone, aver ricevuto un dono e non poter fare altro che diventare ella stessa dono, che testimonierà con libri, incontri nelle scuole, brani musicali e cortometraggi, un blog, una rappresentazione teatrale.

Vive la sua stupenda famiglia,  l’innamoramento e l’amore. Vive, ancora, una nuova malattia (un linfoma), la chemio, la speranza di una guarigione completa, il tempo del Covid, le complicanze imprevedibili, di cui morirà (né per la fibrosi cistica, né per il linfoma, né per il Covid). La sua partenza nel 2022, a neanche 24 anni, lascia sgomenti e più soli tutti quelli che le hanno voluto bene e si sono sentiti “voluti bene” da lei anche semplicemente incontrandola su Facebook.

Nel suo trascinante passaggio su questa terra Sara ha in Chiara un’amica sempre vicina: a volte nascosta tra le righe (“Luce”, quante volte questa parola nei suoi post o nelle bellissime immagini di girasoli, suoi fiori preferiti perché sempre rivolti verso la luce),  a volte esplicitata con delicatezza sorridente e naturale.  Chiara, in Sara, risplende, come giovane dei giorni nostri, che accompagna, incoraggia, sostiene. E che si “svela” nei momenti e nelle occasioni più impensabili: amica che sa “stare accanto” nella gioia cristallina così come nel dolore e nella solitudine di un ospedale o di una terapia intensiva.

Negli ultimi momenti, di solitudine e debolezza, la presenza di Chiara si fa misteriosamente silenziosa, quasi sfuggente, ma proprio per questo più autentica, quasi a dire che anche il Cielo soffre al cospetto di una giovane vita che fugge via. Per un momento sembra persino svanire quel sorriso che invece, certamente, poco dopo l’avrà accolta per essere amicizia per sempre. Chiara e Sara: uniche, come ogni storia è unica. Una cosa sola, come era stato promesso (Gv 17,21).

In una  “grande potente infinita necessità di vivere la felicità” , il più vero dei sogni per qualunque giovane.

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