Droga a scuola e studenti spacciatori

Un rinomato liceo della Capitale si trova al centro delle polemiche dopo alcune dichiarazioni rilasciate dalla preside. La questione nel Paese ai vertici, in Europa, per consumo di cannabis tra i giovani
ANSA/ANGELO CARCONI

L’allarme lanciato dalla dirigente del liceo romano “Virgilio” è stato interpretato dalle famiglie e dagli studenti della scuola in maniera discordante: il fatto che si sia denunciato questo stato di cose – diffusione di droghe, occupazione dell’Istituto da parte degli studenti, video hard – è stata una mossa azzardata che ha messo il liceo in cattiva luce. Si doveva prima parlarne in sede di Consiglio di Istituto, con la rappresentanza dei genitori, gli studenti e valutare le iniziative da intraprendere.

Per altri genitori e insegnanti la dirigente ha fatto bene a evidenziare uno stato di malessere che da molte persone veniva vissuto con angoscia. D’altra parte gli insegnanti del Virgilio hanno pubblicato un comunicato nel quale viene ribadito il fatto che «non si riconoscono nell’immagine della propria scuola che viene proposta, che mette in cattiva luce tanto la componente studentesca quanto quella dei docenti, deformando la realtà e facendo apparire il Liceo come un luogo ai margini della legalità».

Le parole della preside rilasciate durante un’intervista sono inequivocabili e lasciano intravedere un mondo a parte, purtroppo molto diffuso nelle scuole, un mondo fatto di giovani dati in pasto a qualche “mela marcia”, a dei clan, così sono stati definiti dai loro compagni alcuni studenti che dettano legge all’interno della comunità scolastica.

Il mercato della droga si nutre principalmente di giovani, inghiotte quotidianamente centinaia di migliaia di vittime ignare alcune, e forse consapevoli altre degli effetti devastanti sul loro futuro e sull’impatto sociale che essa provoca.

L’Italia è il secondo Paese in Europa per consumo di cannabis tra i giovani, ne fa uso il 19% dei nostri ragazzi, quasi uno su cinque. La relazione europea sulla droga dello scorso giugno 2017 offre una situazione istantanea di quanto avviene in Europa: le sostanze stimolanti illecite maggiormente diffuse in Europa, sono la cocaina, Mdma (Ecstasy) e amfetamine, la prevalenza del consumo di cannabis è circa cinque volte superiore a quella di altre sostanze.

Fra gli studenti di 24 Paesi, il 18 % in media dichiara di aver fatto uso di cannabis almeno una volta (prevalenza nel corso della vita). Che la diffusione della droga nelle scuole sia ormai una realtà già si sa. La scuola purtroppo rimane il luogo privilegiato dell’attenzione del mercato degli stupefacenti. Conosciamo tutti la gravità del problema ed è abbastanza ipocrita girare il capo dall’altra parte: occorre agire con tempestività, non solo favorendo progetti concreti sulla prevenzione ma anche intervenendo costantemente, e non una tantum, con azioni costanti di controllo sullo spaccio all’interno delle scuole compiute da personale qualificato. La sorveglianza già esiste all’interno degli Istituti ma il personale docente e ausiliario non può compiere azioni di polizia.

Gli spacciatori sono a volte gli stessi studenti, ben noti agli altri alunni, che conoscono gli spazi e la tempistica della scuola:è sufficiente che l’Istituto abbia un ampio spazio all’aperto, oppure basta individuare degli angoli un po’ isolati, i servizi e le toilette , e il gioco è fatto. Si approfitta della ricreazione o dei cambi dell’ora, quando la vigilanza di bidelli e professori si può sfuggire più facilmente, aiutati dalle app di messaggistica e dall’omertà di altri compagni di scuola.

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, da parte sua, lo scorso agosto ha firmato un Protocollo d’intesa sottoscritto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle politiche antidroga, che prevede una campagna di informazione agli studenti  sui danni per la salute legati al consumo di alcol e droga, soprattutto in giovane età, e sensibilizzare loro in merito ai rischi derivanti dalla navigazione su siti internet e social network in cui si commercializzano pericolose sostanze psicoattive; una  formazione mirata per i docenti, svolta a cura di soggetti qualificati e scientificamente accreditati a livello nazionale e il coinvolgimento dei genitori saranno attraverso campagne di informazione e incontri volti a individuare e trattare disturbi comportamentali e possibili criticità connessi a fenomeni di dipendenza.

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