Draghi: “Con ultimatum, governo non lavora”

In conferenza stampa il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ribadito la sua volontà di continuare l'esperienza di governo con il Movimento 5 Stelle, dopo le tensioni della settimana scorsa per via della diversità di vedute tra grillini ed esecutivo. Intanto, si aspetta di vedere come si comporteranno i senatori contiani nell'approvazione della fiducia sul testo del dl Aiuti. Votazione prevista per domani a palazzo Madama.
Fonte: La Presse

“Con gli ultimatum il governo non lavora. Se il governo riesce a lavorare continua, altrimenti non continua”. A dirlo è il presidente del Consiglio Mario Draghi, in conferenza stampa ieri con i ministri del Lavoro Orlando e dello Sviluppo economico Giorgetti. Il riferimento è al capo politico pentastellato del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che ha più volte paventato una crisi di governo per via delle diversità di vedute tra la linea del governo e quella dei 5 Stelle che tuttavia sono il principale partito ad appoggiare l’esecutivo.

Fonte: La Presse

“Ho già detto – aggiunge il premier – che per me non c’è un governo senza Movimento 5 Stelle e non c’è un governo Draghi altro che quello attuale, questa è la situazione. Se si ha la senzazione che sia una sofferenza straordinaria stare in questo governo, che si fa fatica, bisogna essere chiari”. Una “frecciatina” rivolta ai partiti della maggioranza più facili alla polemica con l’esecutivo. “Lo dico anche per tanti altri che a settembre minacciano sfracelli e cose terribili”.

In riferimento al documento in nove punti consegnato la settimana scorsa da Conte nelle mani di Draghi, in cui si elencano tutti gli argomenti maggiormente divisivi per i grillini, il premier ha risposto: “Ci sono molti punti di convergenza tre la lettera del Movimento 5 Stelle e l’agenda del governo”. Una lettera consegnata poco prima dell’approvazione della fiducia alla Camera sul dl Aiuti: un investimento di 17 miliardi a sostegno di famiglie e imprese, che contiene alcuni punti come la stretta al Reddito di cittadinanza e il termovalorizzatore di Roma che mettono in difficoltà il Movimento.

Comunque domani la “palla” passa al Senato e si voterà la fiducia sul testo del dl Aiuti. Molto probabilmente i contiani si asterranno. Una eventuale astensione da parte del M5s, oppure la decisione di non partecipare al voto sulla fiducia al dl Aiuti nell’Aula di Palazzo Madama tuttavia non dovrebbe comportare la caduta del governo Draghi. Numeri alla mano senza i 62 senatori del M5s il governo Draghi potrebbe sopravvivere. Senza i parlamentari pentastellati il governo potrebbe contare sul consenso di 223 voti (su 321).

Matteo Salvini. Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Dopo la conferenza stampa di Draghi è arrivata la reazione del leader della Lega Matteo Salvini, che ha fatto sapere che “il suo partito è da un anno e mezzo responsabile e leale. Lascio agli altri gli strappi. Noi non mandiamo le letterine di Babbo Natale come qualcuno aspettando che succeda qualcosa (chiaro riferimento al documento di Conte ndr)”. “Nel dl Auti – aggiunge Salvini – ci sono 15 miliardi di euro per famiglie e imprese quindi il voto della Lega c’è. C’è il termovalorizzatore per Roma che renderà la città più pulita, l’importante è che non si portino in aula temi di parte. Io aspetto una risposta del governo sulla pace fiscale”.

C’è stato modo nel corso della conferenza di ieri di uscire fuori dalla polemica politica sul dl Aiuti e si è discusso anche dell’incontro mattutino con i sindacati. “Sul fronte economico – ha detto Daghi – abbiamo presentato ai sindacati le linee guida su temi chiave come i contratti collettivi e il cuneo fiscale. Abbiamo concordato di rivederci tra due settimane quando il governo presenterà un provvedimento corposo”. “Il governo non è che non ha fatto nulla: abbiamo già fatto molto per famiglie e imprese con interventi da 33 mld”.

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