Il Dpcm, Decaro e la responsabilità

La promulgazione dell'ultimo Dpcm che delega ai sindaci la possibilità di prevedere zone di coprifuoco ha creato non poche polemiche tra i sindaci italiani. «E' stato un modo per scaricare il barile, ingiusto prendere queste decisioni senza prima confrontarsi con noi», ha detto Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Associazione italiana comuni italiani.

Il Dpcm di ottobre promulgato dal premier Giuseppe Conte ha generato preoccupazione tra gli amministratori delle città. Probabilmente proprio i sindaci attendevano che le misure stringenti del Governo potessero rivelarsi direttamente incisive sulla quotidianità, invece alcune decisioni, a partire dal decreto, sono state demandate ai primi cittadini che, attraverso il presidente dell’Anci Antonio Decaro, hanno espresso le criticità: «Consideriamo una scorrettezza istituzionale approvare una norma di cui non si era discusso».

Il rappresentante dei sindaci d’Italia – messosi in contatto con il presidente del Consiglio dei  ministri  successivamente alla conferenza stampa che ha confermato la chiusura degli esercizi della ristorazione a mezzanotte con l’obbligo di far sedere ai tavoli massimo sei persone e indicando ai cittadini di evitare il più possibile assembramenti anche per le strade – aspettava una preventiva discussione con Roma e maggior chiarezza sul cosiddetto “coprifuoco”.

«I sindaci non si sottraggono alle responsabilità – ha detto Decaro – ma a noi è sembrato che inserire quella norma nel decreto senza dire nulla ai sottoscritti fosse  un modo per scaricare la responsabilità del coprifuoco sui sindaci davanti all’opinione pubblica e devo dire che l’effetto è arrivato perché i cittadini ci chiedono quali sono le aree che dobbiamo chiudere».

Il sindaco di Bari, intervenendo con una diretta Facebook dalla sua pagina per informare i baresi delle misure da applicare in città, non ha esitato a ribadire quel gap comunicativo avvenuto con il governo centrale. Soprattutto prova ha chiarire a chi appartengono determinate responsabilità per la questione del controllo in città poiché si pensa che ogni aspetto sulla sicurezza sia delegato dal sindaco. «Non chiedete ai sindaci i controlli perché, come ha confermato il presidente del Consiglio Conte, i controlli li fanno il prefetto e il questore».

Decaro non intende scaricare le responsabilità, ma suddividerle, soprattutto dopo gli episodi avvenuti durante il lockdown in cui si è reso protagonista da vero e proprio “sceriffo” richiamando i cittadini a rispettare le norme per contrastare i coronavirus. Questura e prefettura, in questi casi rappresentano la presenza dello Stato in città, mentre il sindaco lavora per decidere le zone di “coprifuoco”. A Bari ne sono state individuate quattro di cui due nella città vecchia. E’ possibile accedere soltanto per andare a casa o entrare nei locali della movida.

Decaro ha sottolineato quindi la suddivisione delle responsabilità che tutti si devono assumere. «Il decreto – ha detto – prevede che i sindaci possano individuare aree da chiudere, dove non si può sostare e si può solo transitare per raggiungere un locale o la propria abitazione, ma il controllo su quelle aree non lo fanno i sindaci, perché non hanno competenza sull’ordine pubblico, che spetta invece a prefetto e questore attraverso le forze dell’ordine»

Nel suo intervento sui social, è tronato sulle procedure del dpcm. «Stanotte hanno cambiato il decreto, cancellando la parola sindaci, ma poi non si capiva chi doveva prendere il provvedimento. Siccome noi sindaci siamo abituati a prenderci le nostre responsabilità, e serviamo lo Stato con disciplina e onore, questa responsabilità ce la prendiamo noi». Perciò sottolinea più volte che, a parte il suo disappunto e il tono polemico nato con l’obiettivo di informare i cittadini, il senso di responsabilità deve appartenere a tutti senza troppe altre parole.

A Bari sono oltre 600 i positivi, a Toritto, un Comune dell’entroterra, ogni 100 abitanti uno è contagiato. Forse la diretta social del sindaco di Bari, riporta alla mente i difficili mesi primaverili, ma proprio per evitare di ritornare in quella situazione è bene far risuonare la parola “responsabilità” che significa letteralmente “rispondere delle proprie o altrui azioni e delle conseguenze che ne derivano”. Essa è in mano ad ogni singolo individuo, ognuno deve fare la sua parte e non solo le istituzione. Decaro, infatti, ha concluso: «Diamoci una mano altrimenti piano piano il Governo aumenterà le restrizioni e rischiamo di trovarci tra non molto tempo in una situazione di chiusura totale dalla quale il Paese dal punto di vista economico non si rialza più».

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