Dove trovare le risorse per lo sviluppo dell’area euro
Costruendo l’Eurozona si sono fatte le cose a metà, si è costituita una banca federale, la Banca comune europea (nella foto il governatore Mario Draghi), ma non le si sono dati tutti i poteri che hanno le altre banche federali; non solo quello di creare o distruggere liquidità comprando e vendendo titoli a seconda del bisogno, ma anche quello, quando serve, di creare la ricchezza, stampando moneta per investimenti di interesse comune, quelli che oggi sarebbero capaci di creare il lavoro che in Europa manca in modo drammatico e per farla uscire dalla recessione.
Ma se si creasse questa ricchezza, come distribuirla? Il prospettato ministero del Tesoro europeo potrebbe semplicemente sostituirsi ai Paesi dell’euro nel finanziare la Comunità europea: su delibera dei rappresentanti dei Paesi dell’euro nel Parlamento europeo, esso potrebbe emettere obbligazioni cinquantennali a tasso zero rinnovabili, quindi obbligazioni senza restituzione, da far acquistare in toto dalla Bce; col denaro ricavato potrebbe sostituirsi agli Stati nel pagamento della loro quota dei 140 miliardi di costo annuale della comunità.
Lo stesso ministero del Tesoro europeo potrebbe continuare ad erogare i fondi per gli investimenti strutturali e l’integrazione europea; tali fondi però, non originando più dai bilanci degli Stati dell’euro, potrebbero essere gestiti con maggiore determinazione ad investimenti per il bene dell'intera comunità: il loro utilizzo potrebbe essere maggiormente controllato, per evitare derive clientelari e sprechi.
Se aderendo all’euro uno Stato europeo fosse alleviato dal costo di partecipazione alla Comunità, troverebbe molti più argomenti in favore dell'adesione alla moneta unica, anche quando questo comportasse un maggiore controllo comunitario sul suo bilancio: un ministro del Tesoro europeo dotato di risorse avrebbe infatti molta più udienza.
Gli Stati dell’euro avrebbero più risorse da dedicare ad investimenti produttivi, senza dover appesantire il loro debito pubblico: tali investimenti, assieme a quelli dei fondi europei, raggiungerebbero direttamente l’economia reale, evitando l'intermediazione bancaria che spesso vanifica e sempre diluisce gli effetti dell’aumento di liquidità per acquisto di titoli pubblici ed obbligazioni effettuato dalla Bce.
Il finanziamento della Comunità europea tramite la Bce dovrebbe essere strutturale: non si tratterebbe di un debito della comunità verso la Bce comunque crescente, il ministero del Tesoro della Comunità potrebbe anche finanziarsi con imposte rivolte a settori macro non gestibili dagli Stati, come le multinazionali della comunicazione e del commercio e le istituzioni finanziarie per le operazioni sui derivati, Cds, swap, ecc. il cui traffico gestito in modo privato e non regolamentato ha già dimostrato di essere capace di indurre crisi di sistema, che poi vanno sanate a spese di tutti.
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