Dove l’abominio trovò carne da macello
Il papa si recherà in visita privata ad Auschwitz a fine luglio. Una tappa obbligata voluta da Bergoglio prima delle Gmg
Non ci sono anticipazioni degne di nota sulla visita che papa Francesco farà al campo di concentramento di Auschwitz. Ed è meglio così. Perché sull'abominio della Shoah l'unico linguaggio veramente capace di esprimere i sentimenti adeguati è il silenzio. Si può solo immaginare la figura ieratica del papa chinarsi sulle cataste di capelli, scarpe o pennelli da barba che sono state sistemate nel museo.
Si sa solo che, per evitare lo scoppio dei servizi di accoglienza, per il periodo delle Gmg è stato rinforzato il personale e riaffermato il numero chiuso delle visite. E le prenotazioni sono quasi esaurite. Si sa inoltre che il papa giungerà e ripartirà in elicottero.
È la terza volta che visito questi luoghi. Posso così concedermi di non passare locale per locale per capire quel che è successo ad Auschwitz. Posso camminare più in libertà, cercando col telefonino di scattare foto ai dettagli, scoprendo in essi una nuova profondità delle terribili e disumane pratiche dei nazisti.
Scopro così il "dettaglio" della schedatura con tatuaggio, un modo per marchiare come bestie degli esseri umani. E m'accorgo che la sorpresa negli occhi dei reclusi schedati rasenta la misericordia. La disperazione può raggiungere vette di straordinaria umanità.
Anche i loculi dove i prigionieri erano costretti a passare la notte in piedi, in quattro in meno di un metro quadro, raccontano la terribile esperienza umana della promiscuità forzata, della mescolanza degli odori, della tragedia della spersonalizzazione. Ma anche della solidarietà primitiva.
Auschwitz verrà visitata in luglio da decine di migliaia di ragazzi che in massima parte non avranno conosciuto nessuna persona che ha vissuto direttamente o indirettamente la Shoah. Provo a mettermi nei loro panni. Questi casermoni non potrebbero apparire loro lo scenario di una fiction? È possibile. Ma nel contempo il motivo che li spingerà qui, come a tutti gli altri appuntamenti delle Gmg, sarà spirituale. E siccome il dolore è parte integrante dell'esperienza dello Spirito, m'appare chiaro come qui ad Auschwitz i ragazzi troveranno Dio nella sua assenza. Troveranno l'essere umano nel suo esasperato annichilimento.