Doppio voto di fiducia in Parlamento

Legge di stabilità e decreto Salva-Roma superano l’esame, rispettivamente al Senato e alla Camera. E’ la 13ma e 14ma fiducia dall’inizio del mandato del governo Letta. Si ha la sensazione di un ritorno agli assalti alla diligenza tristemente noti nella prima Repubblica
Parlamento italiano

Chi ci capisce qualcosa?   Se lo chiede Sergio Rizzo sul Corriere della Sera :  «Alla faccia di quella norma approvata dal Parlamento quattro anni fa, che imporrebbe di scrivere le leggi in modo chiaro e comprensibile a tutti, senza costringere i cittadini a scavare nei codici e nelle Gazzette ufficiali di cinquant’anni prima per capire di che si tratta».

La Legge di stabilità é la denominazione rinnovata di quella che un tempo si chiamava Manovra Finanziaria.  Assiemealla Legge di bilancio rappresentala manovra di finanza pubblica e lo strumento principale di attuazione degli obiettivi programmatici definiti con la Decisione di finanza pubblica (DFP). L'iter parlamentare per la sua approvazione ha inizio in autunno, con la presentazione dello schema di Governo e la successiva ratifica degli emendamenti. La Legge deve essere approvata entro il 31 dicembre, per entrare in vigore a partire da gennaio dell'anno successivo.

Il decreto Salva-Roma è così definito perché avrebbe dovuto limitarsi ad affrontare i problemi di bilancio di Roma Capitale e degli 864 milioni di debiti del Campidoglio. Ma, così come avveniva nella prima Repubblica, al suo interno, da ogni parte politica, sono state inserite norme per favorire alcune lobby e finanziare provvedimenti specifici che nulla hanno a che vedere con le finalità del Decreto: un vero e proprio “assalto alla diligenza”. Ci si trova di tutto. Dai treni valdostani, al trasporto pubblico calabrese. Dal teatro La Fenice di Venezia al San Carlo di Napoli. Da disposizioni sulle slot-machine ad una mini-sanatoria per i chioschi sulle spiagge. E così via dicendo.

Ieri in Senatola legge di stabilità  (con un maxi-emendamento che riscrive il Ddl originario), ha ricevuto la fiducia con 167 voti favorevoli e 110 contrari. Avendo a sua volta la Camera, il 20 dicembre scorso, espressa la sua approvazione, il provvedimento è adesso definitivamente legge.

Un’operazione da 14 miliardi e mezzo. Molte perplessità permangono anche all’interno della stessa maggioranza: tra i renziani del PD  e tra i deputati di Scelta civica (in particolare sul tema delle liberalizzazioni).

Sono previste misure sul taglio del cuneo fiscale (costo del lavoro per le imprese e aumenti in busta paga per i dipendenti), la detassazione del salario di produttività previo accordo tra parti sociali, la riduzione delle tasse sulle attività produttive (IRAP) tramite assunzioni agevolate in azienda (sgravi fiscali).

Viene introdotta la nuova tassa su rifiuti e servizi (Service Tax) che si chiamerà IUC (quella che nella prima bozza era denominata TRISE), sostituendo TARES e TARSU per la parte relativa ai rifiuti (TARI), accanto alla componente sulla casa e a quella sui servizi (TASI).

Una novità importante è quella che riguarda gli esodati: uno stanziamento di 950 milioniche dovrebbero coprire tutte le spese fino al 2020 per 17.000 persone, che si aggiungono alle prime 6.000 già salvaguardate con la prima versione del provvedimento legislativo.

Si istituisce la Web Tax, che prevede che la pubblicità online possa essere acquistata solo da soggetti che abbiano una partita IVA italiana. Si annuncia l’emanazione di due decreti in appendice:  un “mille-proroghe” ed un “salva-infrazioni UE”, alla ripresa dei lavori il 27 dicembre.

Nello stesso giorno, il decreto Salva-Roma ha ottenuto la fiducia della Camera, con 340 sì e 155 no. Dovrà ancorapassare al vaglio del Senato: il voto definitivo sul testo è rinviato al 27 dicembre. Movimento 5 Stelle e della Lega minacciano ostruzionismo ad oltranza a causa di un articolo della legge di stabilità, che andrebbe ad annullare la legge sugli affitti d’oro pagati dallo Stato.Gianluca Bonanno (Lega) vota contro il provvedimento con una molletta per panni sul naso: «Questo decreto puzza». 

Secondo il relatore Angelo Rughetti (PD), «la situazione non è proprio come viene presentata da quanti vogliono che resti in piedi la possibilità di risoluzione anticipata dal contratto d’affitto, non solo per la Pubblica amministrazione (che è già passata con l’abolizione della norma inserita nel testo), ma anche per i Fondi Immobiliari». Non solo perché i contratti d’affitto intestati ai Fondi Immobiliari non c’entrano niente con la Camera o con il Senato, ma anche «perché la previsione di una loro disdetta anticipata farebbe perdere soldi ai piccoli risparmiatori che investono, ad esempio, sui fondi pensione».  La maggioranza, comunque, ha assicurato che la questione verrà affrontata sia nei 137 ordini del giorno che dovranno essere esaminati il 27 dicembre, sia all’interno del Dl “milleproroghe”.

L’altra norma della discordia, quella che penalizzava i Comuni che cercano di arginare il gioco d’azzardo, è già stata eliminata. 

Il premier Letta, dal canto suo, in occasione della conferenza stampa di fine anno, si dice certo che nel 2014 ci sarà finalmente la ripresa tanto attesa e che «i tanti San Tommaso» avranno modo di ricredersi. 

Intanto domani è Natale.  I parlamentari del M5S hanno chiesto un segno di solidarietà invitando i colleghi degli altri partiti ad imitarli «restituendo anch’essi alle piccole imprese metà degli stipendi e le diarie non spese». Non lo faranno, ma sarebbe stato bello.

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