Dopo le inondazioni serve un “piano Marshall” per i Pirenei francesi
Nel corso delle inondazioni che hanno devastato il Sud-Ovest della Francia la settimana scorsa, la stampa internazionale ha mostrato soprattutto le immagini della grotta di Lourdes sommersa dall'acqua, anche se già il sabato mattina l'area è stata riaperta e i visitatori hanno potuto continuare il loro pellegrinaggio.
Ma se è vero che a Lourdes si sono avuti molti danni, subiti in particolare da albergatori e commercianti, devastazioni molto più rilevanti sono state registrate nei dipartimenti degli Alti Pirenei e della Alta Garonna e in quelli delle Brughiere e dei Pirenei Altlantici.
«Penso soprattutto alle tre persone morte, ma anche alle decine di abitanti tuttora traumatizzati a causa della violenza delle inondazioni. I danni materiali sono ingenti, con strade spazzate via, case distrutte e paesaggi sfigurati», ha affermato Michel Pélieu, presidente del consiglio generale degli Alti Pirenei.
Il presidente della Repubblica, François Hollande, venerdì scorso ha fatto un sopralluogo per rendersi conto dell'ampiezza della catastrofe e per confortare la popolazione. Secondo le prime stime, per la ricostruzione serviranno centinaia di milioni di euro.
«Noi – dichiara François-Xavier Brunet, presidente della Camera di commercio e dell'industria degli Alti Pirenei – vogliamo un piano Marshall per l'economica locale». Il 20 ottobre scorso il maltempo aveva provocato delle tremende inondazioni, ma quella del 18 giugno scorso è stata di gran lunga più devastante.
Il bilancio complessivo è spaventoso. La neve ancora presente sui Pirenei si è sciolta rapidamente, aggiungendo altra acqua a quelle delle precipitazioni che si sono abbattute in grandi quantità sulle montagne. Gli alberi, sradicati e trasportati a valle dalla furia delle acque, hanno provocato uno scenario desolante, come dopo un bombardamento.
In molti accusano gli ecologisti di aver impedito, attraverso leggi assurde e kafkiane, la tradizionale manutenzione dei fiumi e la rimozione dei banchi di sabbia, con gli attuali tragici risultati.
Stéphane Le Foll, ministro dell'agricoltura, afferma che «ci sono fenomeni climatici che si ripetono, sempre più violenti, che distruggono la capacità produttiva delle aree in cui si verificano e fanno sì che gli agricoltori si ritrovino, dopo una notte di maltempo, privi di tutto. Bisognerebbe creare un sistema per garantire la sostenibilità delle aziende agricole». Lo stato
di calamità naturale dichiarato dalle autorità nazionali faciliterà la rinascita dell'area, ma la stagione turistica dei Pirenei è molto compromessa, anche se i pellegrinaggi a Lourdes continuano. Il tempo dell'esame di coscienza, dell'assunzione di responsabilità e della ricostruzione sarà lungo.