Dopo il miracolo

Alessandro Zaccuri - Mondadori 
Lo scrittore Alessandro Zaccuri

È il 1985. Nel seminario di una cittadina dell’Appennino emiliano succede di tutto: tragedie come il suicidio del fratello di un seminarista, piccoli grandi drammi come la crisi di un teologo “disobbediente”, eventi teneri come la vocazione tardiva di un vedovo 50enne, situazioni comiche come i malumori della missionaria consacrata che fa da cuoca mamma consigliera economa, e tanto altro a preti e ragazzi della “Vrezza”, la villa che ospita il seminario, fra segreti e bugie, scheletri negli armadi e fantasmi che tornano dal passato. Finché su questo microcosmo piomba l’inatteso: una comunità di adepti di una santona pianta le tende davanti alla Vrezza, dando la stura a una serie rocambolesca di eventi e sviluppi che spingono la vicenda al suo esito positivo eppure malinconico, dolceamaro come la vita.

L’ultima prova narrativa di Alessandro Zaccuri, giornalista di Avvenire, è anzitutto un romanzo di impressionante coralità, senza protagonisti assoluti ma dove tutti i personaggi sono dei camei, dipinti con cura e amore, talora con garbata ironia, sempre con comprensione e compassione. Le pagine sulla “fauna” del seminario, preti e alunni, sono degne di Bernanos o Santucci: scritte con cognizione di causa e sincerità, umorismo e tenerezza, affetto e insieme senso del dramma, figurerebbero bene in una antologia letteraria sul tema. Ma c’è pure il paese, la gente, le bellone locali, la passione, gli sbagli di gioventù. C’è il mondo e c’è la fede, nella loro comunione a volte sofferta.

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