Donne tentatrici
Papa Francesco continua nella sua demolizione dei luoghi comuni in nome del Vangelo. Non restano in piedi che le istituzioni, le tradizioni e le consuetudini che hanno una forte valenza umana e una chiara origine evangelica. Ieri ha detto: «Esistono molti luoghi comuni, alcuni anche offensivi, sulla donna tentatrice». Ha rivendicato invece «una teologia della donna che sia all'altezza di questa generazione di Dio». Aggiungendo che «la donna, ogni donna, porta una segreta e speciale benedizione per la difesa della sua creatura dal maligno, come la donna dell'Apocalisse che corre a difendere il figlio dal drago e lo protegge». E ha chiosato: «Il mondo creato è affidato all'uomo e alla donna: quello che accade tra loro dà l'impronta a tutto».
Non sappiamo dove arriverà Bergoglio nella sua opera di rievangelizzazione della Chiesa cattolica, un’operazione che lo impegna sin dall’inizio del suo pontificato. Non lo sappiamo perché si sente crescere una selva di oppositori al papa all’interno della stessa Chiesa cattolica, ma che non osano scendere in campo, esprimersi pubblicamente. Quello che il papa dice, per sua stessa ammissione, non è granitico, non è inemendabile. Il papa chiede dialogo, chiede argomentazioni profonde alle proprie opinioni anche diverse dalle sue. Qualcuno ha capito che bisogna interloquire con Francesco anche segnalandogli sue prese di posizione che possono apparire erronee, o piuttosto incomplete. Ma parlar male del papa in generale, senza argomentare, di nascosto, «perché parla troppo» o «perché non è prudente», o ancora «perché mina la struttura millenaria della Chiesa», questo no, questo distrugge la Chiesa.
Ricordo l’opera di un laico della taglia di Marcel Gauchet, che in tutta la sua opera – ricordo “Il religioso dopo la religione” (dialoghi con Luc Ferry) – sostiene che il cristianesimo nella modernità è la religione «dell’uscita dalla religione», perché non è innanzitutto «un sistema di culto» ma «una persona», Dio fatto uomo. In questo senso Francesco credo che sia colui che vuol riaffermare la centralità del “Santo” nel cristianesimo, mettendo la sordina a quel che invece è solo “sacro”. Opera meritoria.