Donne in politica, le giuste misure

Difendiamoci con intelligenza e ironia da commenti sessisti senza filtri e senza pudori che colpiscono età, taglie dei vestiti e posizione sentimentale. E poniamoci anche alcune domande…
Giorgia Meloni

Perché sono giovani, perché non lo sono più, perché sono avvenenti, perché non lo sono abbastanza, perché hanno il viso corrucciato, perché sorridono sempre, perché sono incinte, perché sono (troppo) single. È vero, in Italia, le donne in politica non hanno mai le giuste misure. Un metro sessista senza filtri e senza pudori colpisce età, taglie dei vestiti e posizione sentimentale. 

 

Gli ultimi episodi riguardanti Giorgia Meloni, candidata a sindaco a Roma e ritenuta inadeguata perché incinta, o di Patrizia Bedori (ormai) ex candidata sindaco di Milano per il Movimento  5 stelle, bersagliata perché casalinga e non propriamente filiforme, ce lo ricordano in modo odioso. Naturalmente non sono tutti Paride, né Soloni, quelli che parlano. Non è l’avvenenza né la provata virtù morale a farli parlare, ma un’arcaica idea di superiorità. E potremmo finire qua con una geremiade sulla cattiva sorte delle donne italiche. Ma dobbiamo essere più coraggiose e porci alcune domande.

 

Gli episodi sopra richiamati sono frutto, infatti, di una duplice inesperienza.

La prima riguarda proprio il tema della maternità. Ha senso che a sindaco di Roma, con la situazione gravissima in cui versa la città, si candidi una politica certo giovane e grintosa, ma alla vigilia del suo primo parto? Non è l’essere mamma a costituire un problema, ma la coincidenza in tempi così stretti con uno degli eventi potenzialmente più destabilizzanti per una donna. Non ha forse anche lei “diritto” (il diritto alla maternità e alla sospensione dal lavoro è un diritto fondamentale) di vivere pienamente la nascita del proprio bambino, senza dover correre tra un’inaugurazione, una delibera di giunta e un confronto in consiglio comunale?

 

La seconda riguarda il tema dell’adeguatezza al ruolo. Ha senso che a Milano si candidi una donna che non ha mai lavorato, non ha mai fatto politica e che ha come unico merito l’inesperienza? Se in politica deve tornare a valere il merito e la competenza dobbiamo ripartire da qui. L’Italia è piena di donne capaci, che sanno leggere un bilancio comunale, fare strategie a medio termine, parlare in pubblico, resistere alle pressioni politiche, decidere in autonomia, conoscere le parole della scienza politica e dell’economia, avere magari anche sensibilità ambientale e sociale. Donne che non hanno rinunciato alla maternità e per questo sanno quando corpo e mente possono osare la vita pubblica e quando no. Donne che sanno che è faticoso conciliare le due vite ma ce la si può fare.

 

È di questa esperienza – privata e professionale – che la politica ha bisogno come il pane. Chi la possiede, sa zittire ogni più odioso commento, con un colpo di ciglia. Con o senza trucco!

 

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