Donne in cammino
Donne. Il concetto di femminilità risente delle influenze culturali e si trasmette nella relazione con le figure di accudimento. È un concetto ampio che riguarda l’intera persona della donna e non ha nulla a che vedere con la bellezza, né tantomeno con la seduzione. Eppure una donna femminile appare bella e seducente.
Alla base della femminilità c’è la consapevolezza di ciò che si è, della propria natura. Ad essa si unisce la capacità appresa di valorizzare quello che si è scoperto di sé, senza né la forzatura di mettersi in mostra e senza neppure la difficoltà di lasciarsi ammirare. Il baricentro da raggiungere è il proprio. Esistono tanti modi di essere femminili tanti quante sono le donne.
Uno dei motivi per cui le donne, sin dalla tenera età, guardano le altre donne è proprio questo: imparare a riconoscere se stesse e ad amarsi.
Se viene a mancare in famiglia questo esempio, lo si cerca dapprima esternamente. Quando questo non è possibile e per svariati motivi si riscontrano difficoltà a contattare la propria natura di donne, la propria bellezza e leggiadria interiore, allora una donna può arrivare a scegliere di non apparire.
Il risultato è che si finisce per trascurare sé stesse, temere di essere notate o solo osservate, di non saper come reagire ad un complimento o ritenerlo immeritato. Così facendo una donna si nasconde a sé stessa prima che agli altri e sembrerebbe destinata a non incontrarsi ed a non esprimere fino in fondo la sua essenza.
Riconnettersi a se. Quando queste donne si sentono pronte a contattarsi ed incontrarsi iniziano un lento e delicato processo che viene sovente simbolizzato con una rinascita o una rifioritura. Cominciano osservando le altre donne attorno, cogliendo e prendendo da ciascuna un particolare. Determinante è l’atteggiamento con cui procedono: non per invidiare né per squalificarsi, piuttosto per cogliere ciò di cui si bisogna e da cui si può apprendere.
Una variabile esterna non di poco conto è la disponibilità delle altre donne a lasciarsi osservare e fungere in qualche modo da modello. Occorrono dunque relazioni e contesti privi di competizione e di giudizi affinché la femminilità possa esprimersi appieno. Viceversa la loro presenza in misura massiccia frena la disponibilità di ciascuno a procedere con interazioni, confronti e scambi profondi.
Altre esperienze. Ci sono donne che con la loro femminilità ci si muovono bene. Non ricercano i complimenti ma se ne ricevono uno, ringraziano compiaciute e sorridono. Hanno scoperto la bellezza che sono e che hanno e la celebrano, indifferentemente dal tipo di vestito, di trucco, di acconciatura o se sono acqua e sapone. Queste donne amano farsi belle per sé, hanno scelto questo come loro stile, talvolta ci sono cresciute. Le loro carte vincenti sono il sorriso e la leggiadria, atteggiamenti con cui possono suscitare coinvolgimento o viceversa invidia.
Ci sono infine donne che desiderano incontrare ed esprimere la loro femminilità, ma sono troppo arrabbiate (sovente con se stesse o la loro storia) e rancorose per poter comprendere cosa essa sia veramente, quali passi siano necessari per raggiungerla e non confonderla con l’esteriorità. Anche loro le potremmo definire donne in cammino, pronte a sperimentarsi e ricominciare dopo ogni battuta d’arresto e determinate a raggiungere il loro scopo. Molto spesso è l’esperienza che maturano a guidarle, altre volte scoprono durante il tragitto, e per mezzo di terze persone, che dietro alla facciata degli obiettivi iniziali si nascondeva molto più di quanto loro pensassero.
Qualunque sia il percorso che ogni donna è chiamata a fare, qualunque sia il suo ruolo sociale o istituzionale la femminilità è un aspetto del nostro essere e come tale ci accompagna.