Donne e musica

Le donne sono da sempre, in modi diversi, protagoniste del mondo musicale. Anche nella Classica. Due esempi
Katia e Marielle Labèque

Roma, Accademia Nazionale Santa Cecilia. Le sorelle Labèque, Katia e Marielle, capelli corvini, abito scintillante, interpretano il Mozart del Concerto per due pianoforti: tre tempi, dove il divino Amadeus voleva forse giocare con la sorella Nannerl a chi fosse più brano al piano. Mozart non è mai banale, ed anche se il virtuosismo si fa strada come è giusto per far sì che i due pianoforti gareggino con botte e risposte piacevoli e tranquillizzanti, scivola la solita, inattesa, nota malinconica a dare umanità e cuore al pianismo perfetto dei due. Le sorelle sono bravissime, lo si sa: tecnica sbalorditiva, leggerezza e forza, grazia, insomma femminilità. Ce n’è sempre bisogno, perché in musica le donne svelano sfumature ignote prima, segreti dell’anima, anche in un semplice passaggio in do minore nell’Andante, coinvolgendo l’orchestra. Per i l resto, serenità, gioia e fitti applausi, a preparare forse l’aria differente della Quinta Sinfonia di Mahler. Sulla quale molto è stato detto e scritto. Certamente, si sente che siamo alla fine di un mondo – il primo decennio del ‘900 -, gli echi del passato (da Beethoven a Wagner), le tensioni per il futuro frammentano in episodi un discorso tuttavia legatissimo, in cui il compositore pare voglia dire la sua su tutto. Per fortuna, l’Adagietto (caro al Visconti di Morte a Venezia) sarebbe una pausa rasserenante nella ciclopica sinfonia, ma il direttore americano Michael Tilson Thomas lo rende estenuante ed estenuato trasformandolo in un Largo di pretta impronta “decadentistica”. Per il resto, direzione sicura, con una orchestra sempre al massimo livello e il ricordo delle leggiadre, botticelliane sorelle vivo in sala.

 

Daniela Dessì
Daniela Dessì

Brescia, Teatro Grande. C’è da commuoversi il 25 maggio, entrando nella sala settecentesca di un teatro-gioiello. Il ricordo del soprano Daniela Dessì, scomparsa in breve tempo a 59 anni quasi un anno fa, è quanto mai vivo. Il marito, il tenore Fabio Armiliato, ha infatti coinvolto undici artisti, legati come allievi e colleghi alla grande cantante, in un Gala destinato alla presentazione della Fondazione Daniela Dessì per la prevenzione del tumore al colon, che l’ha tolta ai tantissimi che le volevano bene. Io ho avuto la gioia di esserle amico, soggiornare a casa sua, scrivere un libro di conversazioni con lei (Appassionata, Edizioni Paoline). Umana, generosa, vitale, ricca spiritualmente, Daniela era una donna e artista geniale. Durante la serata, accompagnati dall’Orchestra Filarmonica Italiana diretta da Marco Boemi e Valerio Galli, si sono esibiti tra gli altri artisti come Juan Pons, Carlo Colombara, Luciana D’Intino, Barbara Frittoli, ma è stata lei attraverso spezzoni di video di sue interpretazioni – Mozart e gli amati Verdi e Puccini – ancora una volta la protagonista assoluta. La sua voce dice che l’arte non può mai morire, perché è bellezza. Così Daniela rimane ancora qui, donna e artista di grande anima.

I più letti della settimana

Ti amo come sono stato amato

Carlo Maria Viganò scismatico?

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons