Donne che cambiano il mondo

Mariapia Bonanate, torinese, è tra le giornaliste italiane più attente all’impegno dell’uomo per una società dove regnino giustizia e pace. I suoi libri affondano nella dimensione più profonda dell’esistenza e ci offrono testimonianze di uomini e donne che avvertono l’urgenza di lavorare per gli ultimi della terra. Basti ricordare la sua prima appassionata indagine Perché il dolore nel mondo, l’intenso e sorprendente Suore, da cui il regista Dino Risi ha tratto il film televisivo Missione d’amore, il provocatorio Preti con le sue 12 figure di preti di frontiera. Con questa sua ultima opera, Donne che cambiano il mondo (Mondadori), la Bonanate continua la sua ricerca nelle pieghe della storia raccontando l’esperienza viva e palpitante di alcune donne che, al di fuori di ogni clamore, hanno scelto di donarsi ad un ideale forte e totalitario, pagando spesso di persona, e riuscendo sempre ad offrire una risposta di sollecitudine fraterna, di amore gratuito e senza limiti. Condirettore del settimanale nazionale Il nostro tempo, la Bonanate ha incontrato nei suoi viaggi di inviato speciale le donne di cui parla, tranne una, Etty Hillesum, morta a 29 anni a Auschwitz nel 1943, ma che ha potuto conoscere attraverso le pagine del suo diario(1). C’è nella vita di Hetty, scrive l’autrice, l’uni- verso di ieri e di oggi… L’ho verificato mentre percorrevo le strade del mondo alla ricerca di donne nelle quali ogni volta ritrovavo la sua presenza. Donne che avevano accolto il suo testimone, anche se non la conoscevano . Ravvisa, infatti, nei tanti piccoli e grandi particolari della vicenda umana della Hillesum, interiori legami e coincidenze con le donne che incontra: madri, mogli, figlie e sorelle che rischiano ogni giorno la morte, che assistono i più disgraziati tra gli uomini, che chiedono giustizia per i loro desaparecidos e che mai rinnegano la vita. Sono donne che hanno scoperto un segreto che permetterà di guardare negli occhi il male, con la certezza che non vincerà. È come aprire il taccuino personale dell’autrice e leggere le lettere che lei va scrivendo a queste testimoni della nostra epoca mentre si dispiegano le loro drammatiche e straordinarie storie; un viaggiare ad alta quota là dove il sogno di Dio si attualizza, a Chiùse in Africa, a Pembe in Mozambico, nella Plaza de Mayo in Argentina, a Palermo, in Nicaragua, in Brasile. E si attualizza perché, come dice Annalena Tonelli, barbaramente trucidata da un fanatico in Africa, ciò che conta è amare: e si può amare nella società più ricca, in quella più retriva e in quella più sviluppata. L’importante è stare nel solco che Dio ci ha dato e nelle vie misteriose dove ci ha portato. Nella meravigliosa semplicità delle vita di queste donne, l’amore si diffonde nei punti più disparati della Terra. Dice Laura Pierino dal Mozambico: Sempre di meno mi sento capace di raccontare a chi mi chiede la mia esperienza. Posso dire però che vivo una vita meravigliosa. Agli occhi di molti può sembrare assurdo trovare meravigliosa una quotidianità fatta di sacrifici, di rinunce, di gente che soffre… ma per chi vede con i miei stessi occhi, questa è una vita vera, costruita da gesti d’amore, di condivisione, di servizio incondizionato ai più poveri… Più la mia vita si trasforma in un esistere per l’altro e non esistere per me stessa, e più scopro di esistere, scopro l’essenziale. E così per tutte le altre che, sulla scia di Etty Hillesum e raccogliendo il sangue del martirio di Annalena Tonelli e di quanti hanno pagato con la vita le loro scelte, in un colloquio ininterrotto con Dio, vivono il loro altruismo radicale e realmente cambiano il mondo. Senza dubbio, uno dei libri più belli che mi sia capitato di leggere in questi ultimi anni.

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