Donne cercasi
Forse non tutti sanno che, nel mondo, per ogni cento femmine nascono 105 maschi. Non è chiaro come questo succeda, ma la natura ha trovato questo equilibrio perché il tasso di mortalità dei maschi è più alto di quello delle femmine. Mantenere costante questo numero è molto importante: se varia, si ha uno sbilanciamento, troppi maschi o troppe femmine, che impedisce a parte della popolazione di formarsi una famiglia, con ricadute sociali non piacevoli.
Qualcosa di simile è successo subito dopo la Seconda guerra mondiale, per la scarsità di uomini, caduti al fronte. Oggi rischiamo di nuovo uno sbilanciamento: mancano più di cento milioni di donne all’appello. In tante culture, infatti, prime fra tutte quelle indiana e cinese, una sposa che ha già una o due figlie femmine vuole essere sicura di concepire un maschio, altrimenti rischia l’esclusione sociale. Per farlo approfitta della possibilità di abortire, mentendo al medico sulle cause della richiesta.
Questo non succede solo in Paesi lontani come India o Cina, ma anche nelle comunità straniere di casa nostra. Il radicarsi dell’abitudine ha molte cause, prima di tutto l’“isteria demografica” che ha contagiato tanti governi i quali, spinti da intellettuali, scienziati e comunità internazionale, in primis l’Onu, impongono politiche restrittive alla natalità. Seconda causa la tecno-scienza, che fornisce strumenti sempre più perfezionati e “facili” per abortire e/o selezionare il sesso. Infine, questo è un problema di cui è meglio non parlare, perché si teme che, criticando l’eliminazione selettiva di un sesso (genericidio), si finisca per equiparare l’interruzione di gravidanza all’omicidio.
Già venti anni fa il premio Nobel Amartya Sen lanciava l’allarme, ma bisogna aspettare fino al 2011 per trovare una prima timida ammissione del problema nei documenti dell’Onu. Nel frattempo le bambine continuano a non nascere: in certe comunità, si arriva a 130 nati maschi per 100 femmine! Le conseguenze non riguardano solo gli uomini più poveri, che avranno maggiori difficoltà a trovare moglie, ma anche la pace. Le statistiche insegnano infatti che la mascolinizzazione delle nascite porta a scompensi sociali, instabilità politica e guerre. Alla base c’è anche un aspetto culturale, che porta gli uomini (5 a 1), ma anche le donne (3 a 1), a preferire il figlio maschio. Nel 2015, poi, i nuovi test fai da te per conoscere il sesso del nascituro, faciliteranno ancora di più la decisione di abortire. Vietare o almeno regolamentare la pratica del genericidio non sarà quindi facile: una recente sentenza di tribunale, in Svezia, afferma che il diritto all’aborto non può essere limitato neppure se lo scopo è selezionare il sesso. Tempi duri per le bambine.