Donne al potere
La presidente, il premier e 11 ministri appartengono al gentil sesso. Una tradizione di antica data
«Ma è proprio vero che per essere presidente bisogna essere donna?», domandava un bambino preoccupato in una lettera indirizzata a Tarja Kaarina Halonen, da dieci anni alla presidenza della Finlandia. Non è così, logicamente, ma l’interrogativo riportato sulla stampa finlandese, è alquanto sintomatico; certo non sorgerebbe a un bambino italiano che in tv vede quasi esclusivamente politici di sesso maschile.
La Halonen non è l’unica donna al potere nel suo Paese: ben 11 ministri su 20 appartengono al gentil sesso mentre è donna il primo ministro da oggi in carica, Mari Kiviniemi, 41 anni e due bambini, laureata in Scienze politiche e figlia di contadini.
Altre particolarità: di quote rosa in Finlandia non si parla, il ministro per le Pari opportunità è uomo e in questo Paese non si celebra la festa delle donne, perché non si vede cosa ci sia da festeggiare. Un quadretto inedito e un popolo da noi geograficamente e culturalmente distante, seppur "europeo", che vanta una lunga tradizione al femminile. Qui le donne poterono votare ed essere elette già dal 1906 con 19 successi alle prime elezioni parlamentari; nel 1926 ci fu la prima donna ministro e in questi anni la tradizione è continuata con incarichi importanti fino agli attuali e una presenza in parlamento mai al di sotto del 38 per cento. Quasi il doppio della nostra percentuale che in questa legislatura è comunque migliorata del 5 per cento raggiungendo il 20,2 per cento con 191 donne su 945 eletti nelle due Camere. Una crescita numerica che comunque non corrisponde ancora ad un diverso apporto nelle decisioni e nella conduzione del nostro Paese.