Donazione degli organi: un dono reciproco

L'11 aprile è la giornata nazionale per la donazione degli organi e dei tessuti. La possibilità di un ultimo gesto d'amore gratuito

 L’11 aprile 2025 è la Giornata nazionale per la donazione degli organi e dei tessuti. Ampio rilievo è stato dato al messaggio di questa giornata nel Giubileo dei malati e degli operatori sanitari che ha avuto il suo momento culminante la scorsa settimana. Anche in molti hospice, in cui è possibile la donazione delle cornee, è una giornata speciale, per l’importanza di questo tema nel compimento di un percorso di cura.

Racconta l’amico Matteo Beretta, direttore della S.C. Cure Palliative ASST Brianza/Hospice Giussano: Mi è capitato non raramente di osservare come, con il dono delle cornee, qualche difficile rapporto familiare venisse a ricomporsi in un’altra dimensione: quella della riconciliazione”. Tanti i racconti: “mio padre e io non andavamo d’accordo, ma il pensare che qualcuno possa tornare a vedere il mondo con i suoi occhi, me lo rende più vicino”; “non sono mai andato d’accordo con mio fratello, ma perlomeno tutti e due abbiamo concordato che la donazione delle cornee di mia madre avrebbe fatto del bene a qualcuno, e lei continuerà a vedere”. “Dal dono, che diventa iper-dono, scaturisce allora il per-dono, cioè un dono che va oltre“, afferma Beretta.

Questa è anche la nostra esperienza di donazione delle cornee nell’hospice Cottolengo di Chieri. Il percorso di formazione dell’équipe e i primi prelievi sono stati nell’estate del 2023, pochi mesi dopo l’apertura dell’hospice; a oggi le donazioni sono state circa un centinaio e il numero cresce di mese in mese. Il rapporto con la Rete Regionale donazioni e trapianti è solido e collaborativo, testimonianza di valori condivisi nella società civile nel lavoro di ogni giorno.

La donazione nasce da un percorso “virtuoso”, dal riconoscimento delle caratteristiche della persona: spesso è nel dialogo stesso con il paziente che emergono pensieri come: “vorrei poter fare ancora di utile… vorrei poter dare ancora qualcosa”, temi che riguardano la domanda “che cosa è importante?”.  Non sono stati rari i casi in cui il consenso è stato dato direttamente dal paziente o in cui è stato possibile risalire a  un’antecedente volontà donativa, rispetto alla quale sentiamo il dovere etico di fare di tutto per rispettarla.

È abbastanza naturale che l’atteggiamento  del donatore emerga nell’ambito di colloqui più ampi di accompagnamento e supporto alla famiglia nell’avvicinamento consapevole al distacco. Talora la proposta viene colta con sorpresa, più frequentemente con una commovente gratitudine, più raramente la risposta è negativa,  in genere per il timore di non conoscere a fondo la volontà del defunto più che per un vero dissenso: quasi mai, finora, abbiamo colto disagio o percezione di inopportunità della proposta. La durata dell’assistenza (da poche ore ad alcuni mesi) non fa una grande differenza: contano di più l’intensità e la profondità delle relazioni.

Per concludere, riportiamo alcune righe che avevamo scritto il 12 luglio del 2023  nell’emozione della prima donazione: in un clima di sacralità e bellezza che si rinnova ogni volta. “…Nei momenti sacri delle ultime ore, nel clima così intimo della vicinanza di due figlie che si preparano al distacco dalla mamma che sta concludendo la vita serenamente e senza dolore, la proposta nasce spontanea: “Vi sembra che la mamma sarebbe contenta di un ultimo dono?”.

Negli occhi commossi e grati leggiamo già la risposta, di adesione alla donazione delle cornee. Tutto a questo punto si muove come una danza, ci sono procedure da seguire, subito dopo il decesso, ma nulla interferisce con il commiato, il silenzioso rispetto del dolore del distacco, l’abbraccio.

È tangibile la percezione che questa inaspettata occasione diventi nel dolore una fonte di serenità e persino di una dolce gioia profonda. Per noi, l’emozione di un momento condiviso da tutta l’équipe, fra sguardi commossi, poche parole e la sacralità delle procedure “tecniche”. La prima donazione di cornee nel nostro hospice. La conferma di quanto questo gesto di generosità possa davvero essere uno dei modi in cui la vita in hospice trova il suo più autentico compimento nella dimensione del dono... ”. 

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