Don Peppino Gambardella, prete di frontiera all’ombra del Vesuvio
La primavera del 1992, anno della mia maturità, fu segnato da un incontro con Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, in una zolla di terra della Campania, dove sono nato e cresciuto. I messaggi donati a noi giovani di allora in un palazzetto sportivo dell’avellinese mi avevano fatto riflettere sull’amicizia con i sacerdoti che Dio metteva sul nostro cammino. Don Peppino Gambardella, che lo scorso 12 ottobre ha spento 80 candeline tra la gioia e l’affetto della sua Pomigliano d’Arco, mi ha riportato alle parole di Chiara di qualche decennio dopo: “Il mio augurio, accompagnato dalla preghiera, è che ognuno veda in Lui (Cristo, ndr) il suo modello, affinché la Chiesa oggi si trovi arricchita di sacerdoti-Cristo, sacerdoti-vittime per l’umanità; autentici Cristo, pronti a dare la vita per tutti.”
Giuseppe Gambardella, conosciuto dalla sua comunità come don Peppino, ha messo il longevo sacerdozio al servizio della periferia di Napoli, diventando il simbolo delle lotte a fianco di operai, emarginati, senzatetto e dei tanti bambini e ragazzi abbandonati a sé stessi a cui ha spalancato le porte della sua Casa Famiglia.
Questa foto, che lo ritrae trentenne a Loppiano in un viaggio del 1971 (è il quarto della prima fila partendo da sinistra), è significativa: l’adesione di don Peppino ai Focolari fin dagli anni ’60 è stata avanguardista se la incorniciamo nell’Italia dei tempi. Il bianco e nero dell’immagine scattata a Loppiano, cittadella internazionale del Movimento, condensa magnificamente la bellezza del nostro Paese in quel periodo, distante dalle ombre scure della globalizzazione sullo scivolo dell’individualismo, della competizione sfrenata, della rincorsa affannosa verso il futuro. Al ritorno da quel viaggio il giovane prete campano non si è asservito al boom industriale della sua zona e agli specchietti delle allodole. Don Peppino si impegnato in oltre mezzo secolo a stare in mezzo agli “gli ultimi” perché, come ha ribadito Papa Francesco, “Un cristiano se non è rivoluzionario, non è un cristiano. Uscire per annunziare il Vangelo”.
Questo compleanno speciale è l’occasione per riflettere su quanto il sacerdozio di Giuseppe Gambardella sia patrimonio della comunità oltre le mura della sua Parrocchia di San Felice in Pincis. Nella Terra dei Fuochi i preti di frontiera come don Peppino sono stati una calamita per i laici come me, perché continuano a mescolare con diligenza dialogo e spiritualità, sempre a passo con i tempi, senza farsi sopraffare dai ricatti della contemporaneità.