Vescovo Fusco: Accogliere tutti, insieme alla comunità

Da sacerdote della Diocesi di Amalfi-Cava, è diventato vescovo per la Diocesi di Sulmona-Valva. Insegnante di religione, parroco, responsabile della pastorale giovanile diocesana, direttore del centro diocesano vocazioni, padre spirituale in vari seminari campani, si è formato alla scuola dell’unità del Movimento dei Focolari
Foto di Giuseppe Di Martino dal sito della Diocesi di Sulmona-Valva

Mercoledì prossimo, 6 dicembre, compirà 54 anni. Come regalo di compleanno, papa Francesco, lo scorso 30 novembre, festa di San’Andrea Apostolo, patrono di Amalfi, lo ha nominato vescovo. Un regalo bellissimo, ma anche una grande responsabilità che don Michele Fusco, sacerdote della Diocesi di Amalfi-Cava da quasi 30 anni, affronta con «trepidazione e timore», contando più «sull’aiuto della Santissima Trinità, della Vergine Maria e dei Santi protettori» che non sulle proprie «capacità e forze», come ha potuto già sperimentare nel suo «cammino di fede», come scrive nel messaggio di saluto alla Diocesi di Sulmona-Valva, in Abruzzo, alla quale il pontefice lo ha destinato. Scrive, infatti: «Il Signore già altre volte mi ha stupito con proposte nuove e sorprendenti che mai mi sarei aspettato, ancora una volta mi sono trovato a dirgli il mio “Eccomi”, disposto a giocarmi la vita per Lui a dare la mia piena disponibilità alla Sua volontà, a lasciare la mia terra, per mettermi in cammino come Abramo, come l’Apostolo Andrea e gli altri undici, per seguire con totalità la Sua chiamata ed essere discepolo del suo Amore». Insegnante di religione, parroco, responsabile della pastorale giovanile diocesana, direttore del centro diocesano vocazioni, padre spirituale in vari seminari campani, don Michele si è formato alla scuola dell’unità del Movimento dei Focolari. Gli abbiamo posto alcune domande.

Papa Francesco ha parlato delle periferie esistenziali anche nei luoghi apparentemente ricchi? Lei ne ha incontrate nel suo ministero sacerdotale? Secondo lei di cosa hanno bisogno queste persone? Come aiutarli?
Ci sono luoghi di periferie anche in situazioni di benessere, ma soprattutto ci sono persone che soffrono per essere emarginate e hanno una situazione esistenziale di periferia. Nel mio ministero ho cercato di accogliere tutti, di avere un’attenzione verso ciascuno, forse non sempre ci sarò riuscito, ma questa spinta interiore mi ha guidato costantemente nel vedere in ciascuno un fratello da amare. Nella mia vita ho incontrato tante situazioni, a volte potevo fare poco o niente, ma ho ascoltato e cercato di accogliere quella persona per il tempo che mi chiedeva, sempre sentivo dentro di me che quel problema era mio. Una bella esperienza significativa è stata con una persona che veniva in chiesa maleodorante, nessuno riusciva a starle vicino, era trascurata e senza lavoro. Non sapevo come fare per aiutarla e non volevo offenderla, non avevo risposte, poi ho comunicato questa difficoltà ad alcune persone che tutti i giorni venivano a Messa, anche loro avvertivano lo stesso disagio. Il parlare insieme e cercare una risposta ha fatto venir fuori una soluzione. Le persone hanno messo insieme 5 euro al mese e così hanno chiesto alla persona se era disponibile una volta a settimana a dare una mano a pulire la Chiesa. Ha accettato, così potevamo darle un compenso con cui poteva vivere, si è sentita accolta e voluta bene. Penso che solo insieme, solo in modo comunitario possiamo trovare delle soluzioni, da soli no.

Lei si occupa di formazione. Cosa direbbe ad un giovane per aiutarlo a riconoscere, capire e accettare la propria vocazione?
La prima cosa che gli direi, parlando ovviamente a un credente, è «Prendi in mano la Parola di Dio e comincia a viverla nel concreto della tua vita, allora troverai delle risposte. Incontrerai certamente il Signore che ti parla attraverso la Parola, vedrai che quanto Lui dice è vero e lo Spirito Santo ti illuminerà». Se poi c’è la possibilità di condividere questo cammino con altri che, come lui, vogliono mettersi in cammino, allora la strada diventerà un’autostrada perché la presenza del Risorto tra i credenti illumina come un faro.

Ci sono delle esperienze particolari che hanno segnato la sua vita e il suo ministero?
Le esperienze sono tante e diverse tra loro, ma tutte hanno segnato la mia vita. Partecipare alla vita del Movimento dei Focolari mi ha dato quella marcia in più per essere aperto a tutta l’umanità ed avere tanti fratelli con cui condividere gioie e dolori e una fede autentica, fatta non di parole ma di fatti. La pastorale giovanile e vocazionale, che ho seguito per vari anni, il partecipare alle tante Giornate mondiali della gioventù, a contatto con Giovanni Paolo II e gli altri papi sono state esperienze che hanno segnato la mia vita sacerdotale e di fede. Seguire personalmente il cammino di tanti giovani verso il sacerdozio, toccando con mano l’opera di Dio che pian piano si andava concretizzando nella vita di una persona, ascoltare le fatiche e accompagnare le scelte, vedere i cambiamenti, asciugare le lacrime. Quando una persona entra nella mia vita, soprattutto se è un giovane, lascia un segno e, seppure a volte non ci vediamo per lungo tempo, continuo a portarlo nella mia preghiera. Aver guidato 6 comunità parrocchiali in questi quasi 30 anni di vita sacerdotale mi ha arricchito tantissimo.

Città Nuova si unisce al coro di auguri per il vescovo eletto, assicurandogli preghiere ed unità per il suo nuovo ministero.

MESSAGGIO DI SALUTO alla nuova diocesi

http://www.diocesisulmona-valva.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2859:messaggio-di-saluto-del-vescovo-eletto&catid=80:notizie&Itemid=38

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