Dolci parate

A tu per tu con Roberto Colombo, portiere con il piglio dell’imprenditore, che strizza l’occhio alla solidarietà.
Roberto Colombo

Ricordate la famosa canzone La leva calcistica della classe ’68, scritta e interpretata dal mitico Francesco De Gregori? Era la storia di Nino, un ragazzino giovane e inesperto, che coltivava il sogno di diventare un grande calciatore, ma che aveva paura di sbagliare quel famoso calcio di rigore. «Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia», sono le parole del ritornello, un’esortazione al coraggio sportivo e umano, che il cantautore romano dedica al suo giovane e immaginario campione.

Roberto Colombo da Monza, classe 1975, laureato in Scienze politiche all’Università di Pavia, i calci di rigore non è abituato a calciarli, ma a pararli. Volando con la fantasia sembra essere la persona destinata a infrangere i sogni fantastici di Nino, se non fosse per il fatto che Roberto incarna alla perfezione il coraggio, l’altruismo e la fantasia, dentro e ancor di più, fuori dal campo.

 

Dall’agosto del 2009, Colombo, che nella sua lunga carriera da calciatore ha indossato le maglie di Milan, Padova, Bologna e Triestina (solo per citare i club più blasonati), è presidente e amministratore delegato della holding Sport&Spettacolo s.p.a.. Tra i soci ci sono grandi nomi del calcio italiano di ieri e di oggi, tra cui Giuseppe Bergomi, Beppe Baresi, Marco Giandebiaggi e Davide Succi.

 

«Sport&Spettacolo è un progetto nato da un’esigenza di aggregazione che ha spinto personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo ad associarsi con professionisti dei vari settori imprenditoriali – precisa Roberto con piglio manageriale –. L’obiettivo è creare delle attività che siano in grado di offrire delle opportunità di riqualificazione, rivolte in particolare ai calciatori, una volta cessata l’attività agonistica». Fin qui nulla di strano, se non fosse che dall’arrivo di Colombo alla guida di Sport&Spettacolo, è stato condiviso e approvato a pieni voti un modello di imprenditoria che è sinonimo di etica e solidarietà.

 

Mosso da questi valori, nel gennaio 2010, è partito il progetto “Dolci libertà”. «Grazie alla disponibilità offerta dal carcere di Busto Arsizio e ai capitali messi a disposizione dalla holding, è stato possibile ristrutturare la vecchia palestra in disuso all’interno del complesso detentivo, per ricavare un laboratorio artigianale di cioccolateria e pasticceria di alta qualità di ottocento metri quadrati, che vede impiegati i detenuti». Dignità, riqualificazione, formazione, aggregazione, forza di volontà, ma anche qualità ed eccellenza, sono parole che vanno a braccetto con il progetto “Dolci Libertà”, che in poco tempo ha permesso al laboratorio di raggiungere standard produttivi di rilievo internazionale. La conferma è arrivata pochi mesi dopo l’apertura dell’attività, quando i cioccolatini prodotti “al fresco”, hanno ricevuto il primo premio alla fiera Eurochocolate di Perugia, in qualità di miglior cioccolato artigianale italiano.

 

I detenuti del carcere varesino, travolti da un’onda positiva, hanno voluto aiutare altre realtà, che a loro volta sostengono situazioni disagiate e persone in difficoltà. Così è nato il progetto “Associamoci dolcemente”, dove i detenuti di Busto Arsizio hanno messo a disposizione i loro prodotti per aiutare i ragazzi disabili dell’associazione “Calicanto” di Trieste. «Il prodotto esce dal carcere sigillato e a norma di legge – spiega Roberto –. A Trieste i ragazzi, aiutati dagli operatori, dai volontari e dai genitori, preparano e confezionano il prodotto per la vendita. Abbiamo creato, così, quattro posti di lavoro per ragazzi disabili, coinvolgendo nella distribuzione commerciale le società sportive, la Triestina calcio, la Confcommercio, il comune e l’Università di Trieste. Sono convinto che lo spirito di aggregazione sia la chiave per ottenere grandi risultati, perché nell’aggregazione si trovano allo stesso tempo la diversità e l’arricchimento. Se a questi aspetti uniamo l’etica, la solidarietà e la produzione del prodotto di qualità, allora si fa proprio Bingo!».

 

Nel frattempo Roberto ha firmato un contratto che lo ha portato a Napoli, alla corte di mister Mazzarri, per giocare al fianco di grandi campioni come Hamsik, Cavani e Lavezzi.

E l’augurio dolce e “birichino”, è quello di parare i calci di rigore, tanto non è da questi particolari che si giudica un calciatore.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons