Divertiamoci al cinema!

Il 29 marzo esce "Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri", fantavventura d’azione per tutti
Dungeons & Dragons
Hugh Grant, da sinistra, Justice Smith, Chris Pine, Michelle Rodriguez, Rege-Jean Page, Sophia Lillis e Daisy Head alla prémière britannica del film "Dungeons and Dragons: L'onore dei ladri" a Londra, giovedì 23 marzo 2023. (Scott Garfitt/Invision/AP)

Per rilassarsi dopo tanti film e serie impegnati, belli e ben curati, ed anche per uscire dal “giro napoletano” oggi imperante, niente di meglio che un leggerissimo film d’azione. Due ore passano in fretta perché la storia fantastica è davvero accattivante, il dinamismo perpetuo, il trucco e gli effetti speciali riuscitissimi, le musiche belle e rombanti. Di più, veniamo trasportati in un universo di mostri, morti resuscitati, duelli, magie, cattivi e buoni in una storia che assomiglia a molte altre però condita con un senso di allegria che fa bene anche nei momenti più dark.

Naturalmente le citazioni si sprecano, da Il Trono di spade a Il Signore degli anelli, da qualche lato horror ad Avatar a I Guardiani della Galassia e così via, ma gli sceneggiatori, scaltri, sanno rendere la miscela lieve, divertente e giocosa.

La storia è quella del ladro Eldgin e dei suoi compagni impegnati nell’impresa di rubare una potente reliquia magica (vedi Indiana Jones…) in possesso di un nemico terribile. I guai cominciano presto e il gruppo, composto da un bardo (Chris Pine) che suona il liuto, un mago giovane e senza fiducia in sé (Justice Smith), Doric (Sophia Lillis), una donna mutaforma e Forge (Hunh Grant), un imbroglione, viaggerà per tutta la Costa della Spada per trovare gli alleati e l’equipaggiamento utile al confronto finale. Ma il viaggio presenta delle sorprese come la sparizione di Forge che si ritroverà poi un ladro-principe in cui Hugh Grant caricaturizza sé stesso al massimo grado e fa anche il cattivo.

Naturalmente il gruppo incontra altri personaggi, come la guerriera esperta ma poco intelligente Holga (Michelle Rodriguez) e il paladino purissimo Xenk (Regé-Jean Page) e infiniti altri piccoli e grandi. Deliziosi quadretti familiari – il bardo ritrova la figlia scomparsa – si alternano a qualche sentenza morale sulla fiducia in sé stessi, oltre alle fantastiche scene di massa di stadi, assalti, invasioni mostruose. Di un gradevole surrealismo è in particolare la scena del cimitero con le domande ai morti risorti per un attimo. Ma tutto i l film è un rincorrersi di battute, azioni, visivamente fascinose dal ritmo indiavolato che i registi John Francis Daley e Jonathan M. Goldstein ci regalano per 134 minuti che volano via in un attimo. Buon divertimento!

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