Diversità: un valore aggiunto
Oggi molto spesso pensatori autorevoli, con garbo e intelligenza, cercano di proporre un modello di società in cui i valori religiosi risultino anacronistici o quanto meno superflui. Basta leggere la biografia di Eugenio Scalfari, oppure la ritrovata lettera di Albert Einstein in cui si afferma che la religione è solo una superstizione infantile. Osservazioni e pensieri legittimi, che esprimono implicitamente o esplicitamente un giudizio di valore sulle convinzioni religiose. A onor del vero, tanta cultura religiosa nel passato si è anche smarrita in argomentazioni filosofiche o sociologiche, riducendo a volte la religione ad ideologia. Perdendo di vista cioè quel presupposto fondamentale della fede che pone alla base delle scelte il principio di un amore assoluto e che trova nella cosiddetta regola d’oro – fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te – la base per una convivenza civile degna di questo nome. Non sono stati pochi i credenti che, da tale versante ideologico, hanno espresso giudizi negativi su quanti avevano intrapreso strade diverse. Decisamente controcorrente andò invece Chiara Lubich, cattolica, nel 1992 quando, accogliendo laici di convinzioni non religiose ad un convegno dei Focolari, affermò che senza la loro presenza il Movimento dei focolari avrebbe perso parte della propria identità. Iniziò forse in quel momento una svolta decisiva, effet- tuata tra l’altro senza alcun desiderio di proselitismo. Anzi, come lei affermò, il proselitismo è anticristiano perché è amore di sé, del proprio gruppo. Nel tempo, il suo invito è diventato una realtà operante in molte nazioni. Uomini di convinzioni religiose e no, nella condivisione di un progetto finalizzato ad un mondo unito e in pace, lavorano uniti sul piano dello sviluppo, della distribuzione delle ricchezze, della politica, del diritto e in svariati altri campi della vita sociale, tra cui l’arte. Come è successo, per esempio, a Benevento, dove persone di convinzioni religiose e no hanno vissuto una cinque giorni di dialogo vitale dal titolo Fraternità: utopia possibile. Artisti, operai, casalinghe, studenti, politici, giuristi, in una dimensione di fraternità vera, sperimentata nelle escursioni sul territorio, nei momenti conviviali, nei giochi, in danze, musiche, proiezioni artistiche, nei forum su povertà, giustizia, politica e sull’arte riscoperta, col suo linguaggio universale di bellezza e armonia. Il premio simbolico, dal titolo Fraternità, consegnato a uomini e donne del mondo dell’arte, della cultura e del volontariato impegnati sul versante della solidarietà, ha marcato il segno. Un piccolo fatto, una piccola notizia, di quelle difficili da trovare nei nostri telegiornali e quotidiani. IL PREMIO FRATERNITÀ CITTÀ DI BENEVENTO 2008 La manifestazione aperta all’intera città di Benevento è stata patrocinata dalla regione Campania, dalla provincia e dal comune di Benevento. Il riconoscimento è andato a Lambertini per Fuoco su di me e Queste cose visibili (anteprima nazionale): due opere ricche di poesia e di suoni interiori; all’attore Alessio Boni, protagonista di Guerra e pace e di Caravaggio; al giovane Massimiliano Varrese interprete di Fuoco su di me e del musical Tre metri sopra il cielo, per la capacità di interpretare l’inquietudine e la ricerca profonda di senso del mondo giovanile; alla ballerina Liliana Cosi che all’apice della sua carriera artistica lasciò la Scala per portare la sua arte nelle piazze; al produttore Sergio Scapagnini per il documentario Impermanence, sulla figura del Dalai Lama, in cui risuona forte l’invito alla pace. Premiati inoltre la casa editrice Elena Gjika di Tirana (Albania) per la promozione dell’uomo e il Centro vita di Somma Vesuviana (Napoli), per il ventennale impegno a servizio di ragazzi e giovani. Infine tre premi speciali ad associazioni di Benevento: gli Amici di don Emilio Matarazzo per aver realizzato nella città il Centro la pace; la Rete arcobaleno Benevento per le iniziative orientate ad uno sviluppo del mercato equo e solidale e dei prodotti biologici; il Progetto famiglia Angela Cancellieri per l’impegno nell’accoglienza di minori in affidi familiari residenziali o diurni.