Diversi… ma uno
Anolf, Umanità nuova e Comunità islamica di Teramo insieme per il concorso letterario "Uomini in dialogo a servizio della pace".
Proprio il dialogo è stato il punto cardinale che ha orientato i cinquecento presenti all’auditorium del Parco della Scienza verso la coscienza rinnovata di una meta comune: la pace.
Nella prima parte del pomeriggio si è scesi nel profondo del concorso letterario delineando le novità di questa edizione (per la prima volta era infatti bandito a livello nazionale) e le peculiarità degli scritti vincitori. Protagonista è stata la letteratura, soprattutto quella dei giovani delle scuole superiori, partecipanti storici di questo premio: ben ottantadue gli elaborati pervenuti quest’anno al giudizio della giuria.
Per la poesia sono stati circa una trentina gli elaborati arrivati da tutte le parti d’Italia. Anche la categoria stranieri e quella riservata ai detenuti del carcere di Castrogno hanno contato lo stesso numero di lavori. Di sicuro non eccessiva come partecipazione, ma grande è stata la qualità dei testi che hanno tradotto in letteratura lo spirito di dialogo e fraternità che hanno animato questo evento sin dalla prima edizione.
Il secondo momento del pomeriggio ha dato una veste profonda al perché del dialogo interreligioso e interculturale oggi, quasi in una presunta impossibilità dello stesso. Eli Folonari (prima collaboratrice di Chiara Lubich), Kamel Layachi (imam del triveneto) e Pasquale Ferrara (capo unità analisi del ministero degli Esteri) hanno invece sottolineato come questo non solo sia possibile, ma sia anzi la via principale per conoscere profondamente il proprio valore di uomini e garantire la pace e la comprensione anche tra culture tra loro diversissime. La diversità è appunto ricchezza e arricchimento reciproco, e non un ostacolo invalicabile a ogni contatto.
Nelle parole dei relatori è emersa la figura di Chiara Lubich, pioniera nel dialogo interreligioso. A lei ognuno ha dato un commosso ringraziamento. Le istituzioni hanno aderito con convinzione all’idea del dialogo a tutti i livelli: il presidente della Regione Gianni Chiodi ha inviato un suo messaggio che incitava a continuare su questa strada maestra. Il presidente della Provincia Catarra ha confessato di sentirsi come un figliol prodigo tornato finalmente a casa, nel ricordo delle amicizie che lo hanno legato al movimento dei Focolari.
Il sindaco Maurizio Brucchi, che a nome della città di Teramo dedicherà proprio a Chiara Lubich il giardino di via San Berardo, ha sottolineato che questo «è sempre fiorito». Come quel giardino anche il concorso letterario “Diversi… ma Uno” porta sempre avanti, di anno in anno, nonostante le difficoltà, i fiori di un ideale di pace e fraternità universale tra i popoli che non è utopia o mera illusione, ma una realtà che va attuandosi attraverso un dialogo profondo e orientato unicamente al bene dell’umanità.
Il concorso
Il concorso già nella sua denominazione esplicita la tematica di fondo e la prospettiva etico-sociale dell’iniziativa. Ogni edizione ha proposto un tema specifico, estrapolato dal pensiero di autori importanti: prima fra tutti Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari e ispiratrice del concorso.
Quest’anno è stato scelto un brano tratto da uno scritto di Rainer Maria Rilke: «Che una cosa sia difficile deve essere per noi un motivo in più per farla. (…) Volersi bene da uomo a uomo: è forse questo il nostro compito più arduo, l’estremo, l’ultima prova e verifica, il lavoro che ogni lavoro non fa che preparare. Amare non significa fin dall’inizio essere tutt’uno, donarsi e unirsi a un altro. È una sublime occasione per il singolo di maturare, di diventare in sé qualcosa, di diventare mondo, diventare mondo per sé per amore di un altro… Essere tutt’uno e donarsi… è il compimento, è forse quello per cui oggi intere vite umane ancora non sono sufficienti». (da Lettere a un giovane poeta – Roma 14 dicembre 1903).
Il bando di questa edizione si è articolato in tre sezioni: poesia in lingua italiana, studenti, forma libera in lingua italiana (racconto, testo poetico, lettera) e nella propria lingua d’origine per la sezione stranieri. In quest’ultima sezione è compresa la partecipazione dei detenuti ristretti presso la casa circondariale di Teramo.
Il concorso ha registrato una buona adesione in tutte le sezioni: 27 partecipanti over 18, 82 nella sezione studenti, 7 i testi stranieri scritti in 5 lingue. E altri 7 dalla Casa circondariale di Teramo. Per la sezione “stranieri”, si è aggiudicata il primo posto la lettera scritta ad un amico da Tarik Mounir, proveniente dal Marocco; al secondo posto una poesia dal titolo L’amico, scritta da Vasko Mintcoev Kiwi Kraastev, di origine bulgara. Premio speciale per la casa circondariale a Berenice Raffaelli, di nazionalità argentina, con un testo in prosa.