Diversi eppure connessi, partner sulla via dell’Europa unita

Il 2 marzo esperti di dieci Paesi europei, appartenenti a Chiese Orientali e Occidentali si sono incontrati in un webinar-seminario organizzato da Insieme per l’Europa, per ricevere e trasmettere nuovi impulsi e idee. Un dialogo ricco di contenuti sia teologici che di esperienze di vita, con suggerimenti di buone pratiche già in atto in varie Chiese e movimenti cristiani
Ambiente ANSA/TINO ROMANO

“Chiamati all’unità. Verso un’ecologia delle relazioni”. L’incontro via web promosso da Insieme per l’Europa e sostenuto dalla Commissione Europa, coinvolge 14 organizzazioni di nove Stati membri e fa parte di un progetto più ampio chiamato Dialogo sul tema “Diversi eppure connessi: Partner sulla via dell’Europa unita” che mira a contribuire alla coesione e alla capacità di dialogo dei cittadini.

Durante l’evento è stato ricordato che subito dopo la dichiarazione del Parlamento europeo di ‘emergenza climatica’ nel 2019, la Commissione Europea presentò una nuova strategia denomina denominata “European Green Deal”, articolata in una serie di piani d’azione e volta a concretizzare l’impegno per il clima. Rispetto all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, di cui è parte integrante, ha fissato obiettivi aggiuntivi e molto ambiziosi, come la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, la promozione delle energie rinnovabili, la tutela della biodiversità, sviluppando alcuni degli standard ambientali più severi al mondo.

L’insolito titolo “verso un’ecologia delle relazioni” ha spiegato Gerard Proß, moderatore di Insieme per l’Europa, è un obiettivo necessario perché «l’ecologia non riguarda solo l’ambiente ma coinvolge anche il nostro rapporto con il mondo, con la creazione di Dio. Si tratta di un visione olistica.Non possiamo guardare solo allo spazio fisico, ma anche a quello sociale, che ha bisogno di un’ecologia tanto quanto l’acqua, l’aria, le foreste, gli oceani».

Riguarda quindi tutta la gamma di rapporti fra persone e gruppi. In altre parole: ecologia delle relazioni. Formula che può essere vincente, ché da soli non si va lontano, ma insieme, con la collaborazione di tuti in unità di intenti, è possibile.

La prof.Stefania Papa, Università della Campania, ha mostrato in concreto quanto tutto ciò dia vero anche dal punto di vista scientifico. «La vita sulla terra si manifesta come una rete di relazioni complesse ed interdipendenti tra ogni essere vivente e ogni elemento della natura che, insieme, sostengono la vita del tutto. Così le relazioni fra le piante, con intrecci di collaborazioni, scambi di energia, materia e informazioni fra loro. Perfino le relazioni ‘conflittuali’, come la predazione, le competizioni, sono fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi e per la continua evoluzione della vita sul pianeta soggetta sempre a nuove sfide».

E l’uomo? È chiaro «il nostro impatto come perturbatori dell’equilibrio naturale. Ma il genere umano non può non essere parte di esso, è chiamato a immettersi in una straordinaria avventura: noi siamo una parte di materia capace di creare relazione, di uscire da noi stessi, di aprirci, di abbracciare, di amare».

Ha parlato di ‘”logica dell’armonia relazionale” che ci libera dall’egoismo promuovendo la prima e più essenziale forma di “ecologia”. Ha concluso affermando che «la relazionalità intrinseca al mondo naturale riflette una verità spirituale profonda: tutti nell’universo è interconnesso in una rete di relazioni che affonda le radici nell’essenza una e trina del Dio di Gesù Cristo. […] Siamo chiamati all’unità con la natura, verso un’ecologia delle relazioni che celebri e protegga la vita in tutte le sue forme. A noi ora metterci in gioco. Ne va del futuro di tutti, di tutto!»

Il Dr. Nikolaos Asproulis, vice direttore dell’Accademia di studi teologici di Volos (Grecia), attingendo alla ricchezza di visione teologica ortodossa, ha coniugato Imago Dei con Imago Mundi. Già nei primi secoli del cristianesimo, i Padri Greci avevano chiaro “il legame ontologico fra l’essere umano e il creato in relazione a Dio”.

La vita cristiana era vista come un’esperienza eucaristica in cui vive «uno spirito di reciprocità, interdipendenza, solidarietà, amore in evoluzione e relazione personale; i Padri definirono Dio come l’essere relazionale per eccellenza». Questa la novità che supera non solo “la visione filosofica ristretta dell’antichità classica” ma anche le concezioni dell’età moderna del positivismo e del nichilismo.

E la persona? Già «il racconto biblico della creazione di Adamo ed Eva dl punto di vista di un’ontologia personalista/di comunione rimarca la profonda interdipendenza ontologica di tutte le creature alla luce dell’amore e della Provvidenza di Dio»

Oggi, sulla scia di una lenta evoluzione, «la personalità emerge attraverso la comunione, cioè attraverso le relazioni (Ioannis Zizioulas, Metropolita di Pergamo). Al di fuori della comunione, nessuna persona […] esiste da solo, come un’identità chiusa auto-sufficiente e auto-definita. Senza svalutare la propria integrità particolare, ogni essere è inconcepibile senza comunione».

La libertà umana è vista come relazione di amore, salvando l’identità e vivendo la kenosi. Nella prospettiva ecologica, è necessario un «passaggio da una posizione di eccesso antropocentrico alla creazione di una giustizia e solidarietà globale inclusiva» (v. Laudato Sì).

Don Emanuel Enrique Barrios, Segretario generale della COMECE a Bruxelles per il dialogo con le Istituzioni europee (energia, ecologia, agricoltura…), che promuove gli insegnamenti della Laudato Sì, ha fatto un quadro – tratto da un sondaggio – di se e quanto il documento di papa Francesco sia stato recepito, se e come i suoi principi siano entrati nella vita della Chiesa e della società. Risulta che la coscienza di un doverono cambiamento è variamente recepita. È abbastanza condivisa l’idea della interconnessione e dello stretto rapporto fra il grido della terra e il grido dei poveri. Si cominci a camminare nella giusta direzione, ma moto è ancora da fare.

Da sottolineare che anche in altre Chiese cristiane è moto viva l’attenzione alla Laudato Sì. Il prof.Dr. André Galli (Chiesa Riformata Svizzera), presidente della ONG Gruner Fish, un’associazione di studenti cristiani, con un’esperienza attiva di 15 anni, ha dato una testimonianza credibile di un ampio lavoro sui temi dal cambiamento climatici e ingiustizie sociali, con sostegno in Paesi in difficoltà (rifornimento pasti in Himalaya…). Impegno che nasce dall’adesione alla Parola di Dio e coerenza nel fare la Sua Volontà espressa in Genesi, e in Luca 19: “Amerai il Signore…e il prossimo tuo”.

Parecchi gli obiettivi raggiunti, come la presenza nei media, diffusione di una mentalità nuova, azioni di aiuto a contadini, piantare vegetazione…molte le collaborazioni insieme a credenti e non credenti, attività svolte ecumenicamente, partecipazione alla Giornata del Creato ogni 1° settembre e molto altro. Infine h sottolineato l’importanza di cambiamenti non solo personali, ma anche sistemici, a livello mondiale. Non trascurare inoltre il rapporto fra ecologia e guerre, molte di essere causate in Paesi fonte di carburante fossile (v. Ucraina).

Importante il contributo della Dr.ssa Lorna Gold, amministratrice dei Faithinvest (Irlanda), che ha parlato dell’urgenza di un cambiamento nel sistema degli investimenti. Il sistema finanziario mondiale sostiene il settore dei combustibili fossili e settori economici che adottano una logica distruttiva. Attraverso assicurazioni, investimenti e politica bancaria, e innalza il valore delle azioni e dei prodotti finanziari fortemente correlati alle emissioni di carbonio. Da qui l’urgenza di un cambiamento di rotta. Puntare a investimenti che assicurino una gestione coerente con i principi della fede. Moltissimo si può fare – sostiene – dato che in tutte le religioni sono iscritti principi di cura della terra, rispetto della natura e della creazione, interconnessione, equilibrio naturale e così via.

Ma i numerosi investimenti al mondo da parte di organizzazioni religiose, spesso non sono focalizzate sul rispetto di questi principi, mentre papa Francesco ci ricorda che il grido della terra e il grido dei poveri sono due facce della stessa medaglia.
Faithinvest, molto impegnata in questo campo, offre consulenza in tutto il mondo per indirizzare la propria economia in questa direzione. In questo impegno può crescere la collaborazione anche in campo ecumenico.

Significativa l’esperienza in Irlanda, dove la Conferenza Episcopale è stata incentivata a disinvestire dai combustibili fossili. Fatto che ha innescato un effetto a catena: non rendendosi più utili quei titoli, il governo ha emanato provvedimenti adeguati. Di conseguenza sono stati incentivati nuovi tipi di combustibili e da lì sono nato nuovi tipi di investimento.

Influenzare la politica internazionale e innescare un cambiamento di sistema guidato da valori positivi è possibile, come dimostra anche l’esperienza in Costarica dove è stata attuata una riduzione delle spese militari. La Dott.ssa Catherine Devitt, anche lei del Faithinvest, ha completato nel pomeriggio il tema investimenti.

Estremamente interessante il dialogo scaturito da numerose domande via internet.
Nel pomeriggio, diverse esperienze hanno offerto spunto concreti di applicazione di un’ecologia a tutto campo. Eccone alcune.

In Ungheria un’azione in campo sanitario mirante alla diminuzione dell’inquinamento acustico (in genere poco attenzionato) che provoca molti danni a adulti e bambini (Dr. Mihàly Berndt), e la bella esperienza ecumenica a Budapest di evangelici che anno istituito da tempo la ‘Settimana della creazione’ celebrata ogni anno, a cui aderiscono tutte le chiese presenti in città e che lavorano insieme coinvolgendo diverse parrocchie (don Màrio Nobilis).
E infine l’esperienza che si vive a Volos, inGrecia, dove il parroco ortodosso Amfilochios Miltos ha impostato la vita parrocchiale secondo i principi ecologici dell’ortodossia: vocazione cristiana come liturgia e Eucarestia, legame tra uomo e natura (di esso è amministratore, custode, officiante), in una dimensione di relazione e liturgia cosmica; ascesi non solo come penitenza, ma come sobrietà dal possesso, dal consumo, vita religiosa non individuale ma in relazione con Dio e con i fratelli. Insomma una visione eucaristica in simbiosi con l’azione sociale, servizio al prossimo e conservazione del cosmo. Conseguenza: una “parrocchia verde” in cui perfino gli elementi architettonici della chiesa e gli edifici rispettano la natura, usando energia pulita e sostenibile e svolgendo attività ‘verdi’. Ora anche altre chiese del paese hanno pannelli solari. C’è di che stupirsi…

 

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