Distraction
Mammuccari è di nuovo al suo posto, al centro del circo del dolore che piace, gran domatore di scherzi pesanti e sadiche punizioni. Ogni lunedì su Italia 1 è tornato Distraction, il programma che detiene il record delle stroncature dei critici; ma che, per motivi oscuri, continua ad essere seguito da un discreto numero di telespettatori da due stagioni a questa parte. È il simbolo della tv spazzatura, è il monumento del cattivo gusto; ma, proprio per questo suo essere a tratti insopportabile, è diventato per alcuni un cult, una trasmissione fuori dalle regole e degna di stare nella storia del piccolo schermo, nella sezione provocazioni. Pur essendo un quiz, non sono le domande ad essere difficili. I quesiti sono volutamente banali (del tipo: Come si chiamava Garibaldi?), il problema è riuscire ad emettere qualche suono gutturale subito dopo il punto interrogativo. Tutto il divertimento consiste infatti nell’infliggere ai concorrenti pene corporali e prove distruttive che tolgano il fiato, provochino dolore e impediscano di proferire parola: scosse elettriche, docce gelide, azioni di disturbo, torture di ogni tipo e, ovviamente, distrazioni pruriginose, ad alto contenuto erotico, che sono poi tra le specialità della casa. Tra le risate di chi guarda, vince chi sopporta ogni tipo di angheria. Si darebbe troppa importanza a Distraction se si addebitasse ad una trasmissione così, che si definisce goliardica, il dilagare del bullismo nelle scuole. Ma certo, far passare l’idea che sia molto divertente e affascinante tartassare il prossimo, umiliarlo e sottoporlo ad ogni tipo di vessazione per vedere l’effetto che fa, non è particolarmente istruttivo. Anche perché a guardare il programma sono proprio loro, i ragazzini dei licei, capaci di picchiare un ragazzo down, riprendere la scena e mandarla sul web. Sai che risate. Cambiando programma Reality tanti anche se in calo, giovani autori pochi, idee nuove zero. Questa è la fotografia della tv italiana di oggi, dipendente dai format acquistati all’esterno, e bisognosa di una ventata d’aria nuova. Sat2000, prova a dare una chance ha chi ha idee, ma nessun santo nel paradiso della tv. All’interno del Grande talkstorica trasmissione di analisi e critica di quel che propina il piccolo schermo, è nato uno spazio per ascoltare i progetti dei più giovani. Si chiama Cambiamo programma, un concorso-laboratorio nel settore dell’intrattenimento e della tv di servizio. Ogni settimana una giuria molto qualificata sceglie i progetti di due ragazzi, che presentano in trasmissione la loro idea, che verrà poi votata dal pubblico a casa. Il progetto vincente sarà presentato a tutte le principali reti televisive e società di produzione italiane e internazionali. Informazioni al sito: www.ilgrandetalk.it