D’Istanti non Distanti

Una promessa della chitarra acustica contemporanea.
Giovanni Baglioni

Che la musica l’abbia nel sangue non ci sono troppi dubbi. In fondo, l’uomo è il frutto di quel “piccolo grande amore” che tanti anni prima aveva rapito suo padre Claudio e la mamma, Paola Massari. Ma per fare del talento un’arte propria ci sono voluti anni di impegno, di studio e fatica.

 

Giovanni Baglioni è consapevole di avere del proprio da offrire all’altro, ma è cosciente che tutti un giorno gli faranno la stessa fatidica domanda: l’influenza di un papà musicalmente così importante.

 

Cominciamo proprio da papà. È contento di questa tua scelta?

«Certo. Lui è una persona sobria, non facile ai complimenti e io non sono sempre lì a chiedergli “come va”. Ma so che tiene ai miei progetti, probabilmente mi darebbe qualche consiglio in più, ma rispetta il mio percorso».

 

“D’Istanti non Distanti ‑ legno e fiato tra onde quadre” è il titolo del tuo ultimo spettacolo che ti vede protagonista accanto ai Vick Frida. Un connubio certamente particolare…

«È la bellezza di un incontro che trasforma un passante in qualcuno, cambia i punti di vista e ci porta altrove. Così è per questo lavoro: io, un chitarrista acustico, mentre i Vick Frida fanno un grande utilizzo dell’elettronica: sono “istanti” che durante lo spettacolo cerchiamo di mostrare come possono fondersi pur partendo da prospettive “distanti”».

 

Arrivi da “Un Tour differente”, che nel 2010 ha toccato i borghi più belli d’Italia. Ogni volta hai chiuso un concerto con una standing ovation

«Vedere molte persone che sono “belle” al tuo suono ti fa capire che non stai lavorando solo per te stesso, ma stai comunicando qualcosa».

 

Quando componi, cosa succede?

«Se c’è qualche difficoltà, cerco di ricordarmi che è proprio grazie a queste se posso tirare fuori la forza giusta per metterla in un pezzo, e così il negativo diventa positivo. Ci vuole sempre quello scalino sul quale è faticoso issarsi, ma che poi ti permette di essere un po’ più su».

 

Come si costruisce il rapporto con il pubblico?

«Nel momento in cui gli doni la tua creazione, questa è già una forma di interazione. È una comunicazione che viaggia su altri binari, e porta fuori di te ciò che altrimenti rimarrebbe nascosto».

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