Disabili gravi, presto i fondi
Il Consiglio regionale sardo si impegna a reperire i fondi per i progetti di assistenza personalizzata. Soddisfatto il Comitato per la legge 162.
Alla fine ha prevalso la ragionevolezza. Il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato un ordine del giorno che impegna la giunta a reperire tutte le risorse necessarie per finanziare completamente la legge 162 ed i piani personalizzati a favore dei disabili gravi. In sostanza questa legge permette alle famiglie di avere i fondi da utilizzare nei progetti personalizzati per assistere, con l’utilizzo di una figura professionale, quasi sempre un educatore, un proprio familiare con disabilità, un’alternativa agli istituti.
La Sardegna vanta il primato di piani personalizzati: sono oltre 25mila i casi che vengono sostenuti con questa legge, una buona prassi che è stata presa a modello anche dalla avanzatissima Lombardia, dove invece si spendono le risorse per i più deboli in maniera differente.
Il provvedimento è giunto dopo oltre un mese e mezzo di battaglia da parte del Comitato per la legge 162, nato da una serie di associazioni impegnate in prima linea nel portare avanti le istanze dei disabili isolani. La prima denuncia è stata del consigliere regionale del Pd, Marco Espa, assieme al capogruppo, Mario Bruno, che aveva evidenziato il taglio di 25milioni di euro a fronte di un incremento delle domande. «L’iniziale scelta della giunta – ha detto Espa – tagliava di fatto di 25milioni di euro i fondi, portandoli dai 116 del 2009 ai 91 previsti per quest’anno, nonostante il crescente numero di richieste. Inoltre, i nuovi criteri avrebbero penalizzato le persone con disabilità grave». Una prospettiva che non piaceva alle famiglie, molte della quali non avrebbero potuto più dare la necessaria assistenza ai propri cari.
Significativa la storia di Albino Orrù, pensionato con una figlio disabile di 28anni, che se lo scorso anno aveva un finanziamento pari a 12mila euro, con i nuovi criteri avrebbe ricevuto non più di 3.700 annui, ovvero 300 euro al mese e non avrebbe potuto più assicurargli la necessaria assistenza. «Questo perché – aveva detto nel corso di una della manifestazioni di protesta – è stato introdotto l’ISSE; che misura la ricchezza mettendo dentro anche gli importi dei conti bancari. Io ho messo da parte la liquidazione, dopo 40 anni di lavoro, per assicurare a mio figlio un sostengo, anche quando non ci sarò più, ma questo viene considerato un lusso. Così sale l’ISEE, scende il punteggio per ottenere il finanziamento, e la Regione mi chiede di mettere mano al portafoglio per compensare quanto mi ha tolto. Bella scelta, come quella di Erode».
Così è iniziata la protesta, culminata nella presentazione di due ordini del giorno. Oltre a quello di Espa, ce n’è stato un altro, firmato dai consiglieri di maggioranza, e di fatto hanno costretto l’assessore, e quindi la giunta, a fare marcia indietro. Il documento impegna la Regione Sardegna a salvaguardare i livelli di assistenza finora garantiti ridefinendo i criteri «secondo i principi di ulteriore equità e ragionevolezza»; a confermare una disponibilità di risorse sufficienti a garantire il livello della spesa effettiva del 2010, a impegnarsi, se necessario, per proporre al Consiglio regionale di incrementare le risorse fino a un limite massimo di 116 milioni di euro; a far sì che, in caso di aumento consistenti dei piani richiesti, un’eventuale riduzione dei fondi si applichi in percentuali identiche a tutti i piani. I nuovi criteri dovranno essere sottoposti alla commissione Sanità del Consiglio regionale.
L’assessore della Sanità e delle Politiche sociali, Antonello Liori, ha rimarcato che «oltre lo stanziamento del Bilancio 2011, sono a disposizione fondi del 2010 e la quota parte del Fondo nazionale per la non autosufficienza, per un totale di 106,5 milioni di euro. Un importo superiore a quello delle risorse erogate ai Comuni nel 2010 per finanziare i piani personalizzati, che è di 102.176.813 di euro».
Quanto poi alla controversa partita circa gli abusi di alcuni fruitori dei finanziamenti della legge 162, Espa e le famiglie hanno dichiarato di voler sostenere l’assessorato nei controlli, per far emergere gli abusivi che immeritatamente sono riusciti ad accedere al progetto personalizzato. «La vigilanza – ha concluso Espa – sarà anche sull’iter del provvedimento in Commissione regionale Sanità per continuare ad assicurare i servizi ai disabili gravi».