Diretta su web seminario del 5 luglio su economia disarmata

Dalle relazioni iniziali di Archivio Disarmo e Istituto Affari internazionali, ai contributi di parlamentari e associazioni per un serio dialogo su guerre, scelte di pace e politiche industriali
Ansaldo

Il seminario su Guerre, scelte di pace e riconversione industriale in programma il 5 luglio 2016 dalle ore 14.30 alle 18.30 presso la Camera dei deputati, piazza di Montecitorio, 1 Sala della Regina, si può seguire in diretta via web sul canale

http://www.flars.net/livemppu/

L’incontro nasce dalla esigenza di agevolare occasioni di confronto e dialogo tra posizioni diverse senza chiusure e pregiudizi, ma anche senza accettare la separazione tra il piano teorico dei valori di pace e la politica che deve fare i conti con la realtà. Il clima generale di incertezza, generato dalle reti terroristiche internazionali, non viene meno anche se l’esercito pattuglia alcuni luoghi sensibili delle nostre città. I conflitti non interessano solo luoghi remoti.  Ha evocato il termine “guerra” anche il dimissionario premier britannico come conseguenza pericolosa dell’uscita della Gran Bretagna dell’Unione europea.

 

Il riferimento alle “guerre” non è purtroppo esagerato considerando l’ordine del giorno dell’imminente vertice dei capi di Stato e di governo Nato che si terrà a Varsavia, l’8-9 luglio, dedicato alle misure di deterrenza e difesa sul “fianco est” caratterizzato dalle tensioni con la Russia e sul “fianco sud”, a noi particolarmente vicino, un bacino bollente di crisi e conflitti irrisolti, a cominciare dalla Libia. Davanti ad un quadro così inquietante, che rappresenta solo un brano della complessità del nostro tempo, nella prassi comune sembra prevalere la rimozione del problema o la delega ai tecnici (“A coloro che sanno”).  Dopo la delusione del 2003, con l’incapacità di una vasta opinione pubblica di frenare la scintilla della guerra in Iraq, sembra ridotto e quasi invisibile “il popolo di cittadini, allerta e consapevole”, necessario, secondo lo storico discorso pronunciato dal presidente Usa Eisenhower nel 1961, per frenare «la combinazione dei poteri rappresentata dal complesso militar industriale». Trovare persone disposte a parlarne seriamente è già una buona notizia. Non solo da parte dei parlamentari delle commissioni difesa e finanze. Ma non basta l’impegno di un attimo. Bisogna saper entrare dentro le contraddizioni con competenza e cura per capire il ruolo dell'industria della difesa nel contesto europeo, le logiche competitive e le filiere che interessano gli stati membri, il ruolo della tecnologia anche come fattore di dissuasione alla vigilia della presentazione del rapporto della commissione parlamentare sulla rivoluzione industriale 4.0    

 

Ecco il programma del seminario

Saluti introduttivi On. E. Patriarca, S. Fassina, A. Palmieri, M. Santerini

Relazioni

Prof.  Maurizio Simoncelli, Istituto di ricerche Archivio Disarmo 

 

Prof. Jean-Pierre Darnis, Istituto Affari Internazionali 

 

 Primo panel

On. Francesco Saverio Garofani, Presidente Commissione Difesa

On. Giulio Marcon, Commissione Bilancio

Sen. Roberto Cotti Commissione Difesa 

On. Giorgio Zanin, Commissione Difesa

Leopoldo Nascia, Sbilanciamoci 

Massimo Toschi, Consigliere per la pace, Presidenza Regione Toscana

 

Secondo panel

Antonio Mira, Avvenire

Rosalba Poli e Andrea Goller, Movimento dei Focolari Italia

Mauro Garofalo, Comunità di S. Egidio

Vittorio Cogliati Dezza, Legambiente

Maurizio Certini, Centro Internazionale Giorgio La Pira di Firenze

Giovani per un Mondo Unito

 

Dialogo con i partecipanti

 

 

Modera Carlo Cefaloni, Città Nuova

 

Accrediti: mppu-italia@mppu.org

Promosso da  Movimento politico per l’unità in collaborazione con

Centro Nazionale per il Volontariato, Centro internazionale Giorgio La Pira di Firenze, Comunità di S. Egidio, Tavolo della Pace, Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, Rete di Pace, Sbilanciamoci, Giovani per un Mondo Unito, Umanità Nuova, Scuole di partecipazione Mppu, Città Nuova, Rete italiana Disarmo, Legambiente e  Avvenire 

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