Dinamiche dalla relazione di coppia
Anna è attratta dalla raffinatezza e dal senso del dovere di Carlo e lui è colpito dalla vitalità gioiosa di lei.
Ma un po’ alla volta le cose cambiano: in quell’uomo che l’aveva affascinata per la sua eticità scopre rigidità e intransigenza.
Lo stesso fenomeno avviene in Carlo: la compagna gioiosa e amante della vita appare trasformarsi in una persona impulsiva e aggressiva. Mi vengono in mente Edmondo e Adriana che ho incontrato pochi giorni fa nel mio studio. Lui si era innamorato della stabilità di lei e Adriana della capacità di sognare e dell’amore per la libertà di lui. Anche tra loro un colpo di scena: lui, soffocato dal controllo dalla compagna, inizia a “volare” da solo e lei, impaurita dalla voglia di volare in alto di Edmondo, con rabbia vuole farlo atterrare. Paolo, invece, conquista Anna per la sua affidabilità e la rettitudine morale; lui è affascinato dall’intensità emotiva e dalla gioia esplosiva di lei. Ma nel loro viaggio insieme sempre più lui definisce cosa è giusto per lei e per i figli, sicuro di agire per il bene di tutta la famiglia. Il risultato è che, non essendo “vista” dal partner, lei si raffredda e si distacca sempre più fino a intraprendere una nuova relazione. Storie diverse, diversi i personaggi, tutti accomunati dalla medesima trama: proprio ciò che ha fatto scoccare nei cuori l’amore, diventa ineluttabilmente motivo di conflitto.
Come può accadere? Possiamo pensare all’innamoramento, quell’energia propulsiva che ci spinge a costruire il legame, come lo sguardo di stupore che scorge la “perla” dell’altro. Quando scocca la freccia di Cupido lo splendore di quella perla illumina tutto, scompaiono le ombre. Inizia per i due partner il viaggio verso un orizzonte affascinante illuminato dai mille colori del cielo. Ma nel cammino della vita quotidiana quello splendore è reso sempre più opaco da pulsioni, bisogni, comportamenti, conseguenza di convinzioni antiche su di sé, gli altri, il mondo.
È importantissimo non perdere di vista la perla dell’altro e, quando non si vede più, fermarsi a riflettere e comunicarsi quanto si vive. Lo sguardo dell’Amore ha in sé la capacità di farla risplendere riducendo il “potere delle incrostazioni”. Ma mantenere quello sguardo non è automatico, richiede un lavoro: è l’impegno di ogni giorno al quale ogni coppia è chiamata. La fatica di parlare quando ci si vorrebbe chiudere, di chiarire anche quando sembra inutile, di credere che le cose possano cambiare anche quando sembra impossibile, di lottare contro una quotidianità che travolge per preservare “momenti di condivisione”, di stringere più forte la mano dell’altro quando vorrebbe mollare…
Da Fernando Muraca, Dieci giorni, Storia di un amore (Città Nuova, 2015)