Dimmi quando sei nato ti dirò che malattie avrai

Scoperta una correlazione tra alcuni fattori ambientali e stagionali a cui è esposta la madre durante il periodo di gravidanza e la salute del nascituro nel corso della vita
gravidanza

I ricercatori della Columbia University di New York hanno fatto le cose per bene, controllando più di 10 milioni di pazienti, provenienti da 3 Paesi (Corea del sud, Usa e Taiwan) diversi per stili di vita, qualità dell’ambiente e abitudini sociali.

Il risultato è chiaro: c’è una correlazione oggettiva tra la stagione in cui un bambino nasce e il rischio di contrarre certe malattie nella vita. Chi nasce in inverno ha maggiore probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2, chi invece viene al mondo in autunno è più soggetto alla depressione. In particolare è molto importante che il livello di luce solare a cui è esposta la madre durante il terzo trimestre di gravidanza non sia troppo basso.

Nel primo trimestre di gestazione, se la madre respira una concentrazione elevata di monossido di carbonio, il bambino sarà probabilmente depresso e ansioso. Sempre nel primo trimestre di gravidanza, le polveri fini sono pericolose in quanto possono causare fibrillazione atriale nel bambino, cioè un funzionamento anomalo del cuore. L’inquinamento ambientale si conferma uno dei grandi fattori di rischio per la nostra vita, a tutte le età.

Il deficit di attenzione e iperattività (ADHD), invece, sembra essere dovuto a fattori socioculturali, come l’età del bambino rispetto ai compagni di classe: più piccolo è il bambino rispetto agli altri, più alta è la probabilità di sviluppare questo deficit.

Naturalmente questi risultati sono, almeno in parte, intuitivi. Ma il fatto di avere trovato correlazioni statisticamente e scientificamente significative, porterà a linee guida sanitarie mirate. Per esempio a seconda del trimestre di gravidanza i medici potranno consigliare alle partorienti appositi integratori. E dal punto di vista ambientale questi risultati possono far aumentare l’attenzione della popolazione (e quindi delle autorità sanitarie) a certi fattori di rischio.

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