Dimensionamento scolastico, Miele (Lega): disponibili a modificarlo
Da un lato c’è l’impegno di un’esponente della maggioranza di governo a rimettere mano al dimensionamento scolastico, che porta all’accorpamento di istituti con poche centinaia di alunni sotto un unico dirigente; dall’altro c’è l’istituzione di un intergruppo parlamentare su dispersione scolastica e povertà educative, due preoccupanti fenomeni che minano dalle fondamenta il diritto allo studio. È il doppio risultato raggiunto il 23 marzo dal “Tavolo parlamentare su Pnrr e misure contro dispersione scolastica e povertà educative”.
Promosso dal Movimento politico per l’unità (Mppu) Italia e dalla rivista Città Nuova, l’incontro ha visto l’attivo coinvolgimento di molte organizzazioni professionali, studentesche e familiari, rappresentate dai rispettivi presidenti e delegati. Nella prima parte dei lavori sono infatti intervenuti Argia Albanese e Silvio Minnetti, rispettivamente presidente Mppu Italia e ex presidente, Patrizia Sciarma (Adi), Ester Flocco (Aimc), Stefano Pollini (Andis), Valentina Chinnici (Cidi), Laura Bigelli (Diesse), Sandra Mugnaioni (Edu), Giampiero Redaelli (Fism), Michele De Beni (Istituto Universitario Sophia), Anna D’Auria (Mce), Vincenzo Pantalena (Rete Insegnanti Italia-Umanità Nuova), Elena Fazi (Uciim), Matto Zappa (Movimento studenti Azione cattolica), Francesco Innocenzi (Forza Italia giovani), Jacopo Augenti (Giovani democratici), Pinella Crimì (Forum nazionale delle associazioni familiari).
Insieme, nel corso di lunghi mesi di lavoro, i rappresentanti di queste organizzazioni hanno elaborato le proprie proposte per valorizzare le figure dei docenti, per rendere gli studenti maggiormente protagonisti della vita scolastica, per rendere effettiva l’autonomia delle scuole, ma soprattutto per avere un impegno preciso delle istituzioni per ridurre la dispersione scolastica e le povertà educative: due piaghe sociali che ci vedono ai primi posti in Europa per abbandono scolastico.
Vincenzo Pantalena ha illustrato le proposte emerse ai politici intervenuti: un incontro che puntava a cercare punti di dialogo e richiedeva alle forze politiche un particolare slancio di unità, nonostante le differenze. Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione e responsabile scuola di Fratelli d’Italia, ha presentato il decreto che istituisce la nuova figura del tutor e punta a fornire agli studenti dei percorsi personalizzati, in particolare per aiutare coloro che, per vari motivi, non riescono a stare al passo dei compagni. L’obiettivo è valorizzare e stimolare le differenti capacità degli studenti, ma anche migliorare il servizio di orientamento scolastico, sia per la scelta delle superiori sia dell’università.
Rosaria Tassinari di Forza Italia ha sottolineato come il tutor sarà una figura di raccordo tra scuola e famiglia e ha ribadito l’importanza dei patti di comunità e di una formazione continua per i docenti. Per Gaetano Amato (Movimento 5 Stelle) bisogna tutelare i docenti dal punto di vista salariale e pensionistico ed intervenire sul dimensionamento scolastico, soprattutto per le piccole isole e le sedi disagiate.
Per Irene Manzi (Pd) c’è bisogno di misure di sistema: con i fondi del Pnrr si dovrebbero rendere protagoniste le scuole, dal basso, con un approccio multidisciplinare, coinvolgendo le famiglie sui bisogni degli studenti. Servirebbero poi percorsi specifici di stabilizzazione dei docenti. Per Valentina Grippo (Azione/Italia viva) bisogna intervenire sulla scuola ascoltando chi la vive ogni giorno: gli studenti, purtroppo, vivono troppe fragilità e hanno difficoltà a prendere decisioni sul proprio percorso di studi. Potrebbe allora essere utile realizzare un portfolio di competenze, che mostri i differenti punti di forza di ciascun ragazzo, accompagnandolo nel corso degli studi.
Giovanna Miele, deputata della Lega, ha spiegato che nelle scuole è fondamentale l’inclusione sociale. Ha sottolineato che servono meno accorpamenti, per evitare le cosiddette classi pollaio e difendere l’identità scolastica. A tal fine, ha annunciato la volontà di rimettere mano al dimensionamento scolastico, in particolare per gli istituti troppo grandi e per situazioni particolari, come le isole. Un annuncio, quello di Miele, accolto con favore da tutti i presenti: la questione dell’accorpamento delle scuole era stato infatti criticato da larga parte dei presenti, perché non favorisce l’autonomia scolastica, rende meno efficiente il ruolo di chi coordina e non garantisce agli studenti l’attenzione e i servizi che meritano.
I parlamentari presenti hanno dato disponibilità a creare un intergruppo parlamentare su dispersione scolastica e povertà educative. È stato infine chiesto un impegno collettivo contro possibili nuovi tagli alla scuola, per mettere finalmente i ragazzi al centro, anche con l’attivazione di servizi di assistenza psicologica più efficienti, affinché l’istruzione possa costituire davvero uno strumento dello sviluppo personale e volano di quello sociale. La scuola, come sottolineato da Pinella Crimì del Forum famiglie, non è il problema, ma può essere la soluzione ai problemi sociali. C’è speranza, se persone e gruppi si muovono organizzandosi dal basso, stimolando le forze politiche e le istituzioni al confronto.