Dilma Rousseff vince di nuovo e disputerà il ballottaggio
Il candidato socialdemocratico Aecio Neves sarà il suo avversario, dopo aver recuperato un secondo posto che sembra perduto. L'ambientalista Marina Silva relegata al terzo posto dopo una fiammata iniziale che ha rivoluzionato la campagna elettorale
L'elettorato brasiliano ha dato le sue indicazioni. Il prossimo 26 ottobre l'attuale presidente Dilma Rousseff, del Partito dei Lavoratori (PT la sigla in portoghese), ha ottenuto il 40 per cento dei voti, e disputerà il ballottaggio col candidato socialdemocratico Aecio Neves, che ha raccolto il 34 per cento delle preferenze. Marina Silva non ha superato il 22 per cento e resta relegata al terzo posto.
Era più o meno il panorama che cominciava a prospettarsi il 13 agosto scorso, quando in un tragico incidente aereo perdeva la vita il candidato del socialismo, Educardo Campos. L'ambientalista Marina Silva ne ha preso il posto con l'assenso del Partito Socialista, che l'aveva accolta nel seno di un'alleanza, dopo che le autorità elettorali non le avevano consentito di partecipare alle elezioni con un partito proprio.
Si era trattato del peggiore scenario possibile per il PT, che si sentiva più comodo con un avversario come Neves, proveniente da un partito di stampo più conservatore e liberale, piuttosto che con la rappresentante di un'altra sinistra, che tra l'altro figurava tra gli iniziatori del PT e come ex ministro durante il governo di Inacio Lula da Silva. In varie occasioni i sondaggi hanno indicato la possibilità per Marina Silva di vincere un eventuale confronto diretto con la presidente Rousseff in caso di ballottaggio.
A questo punto la campagna elettorale è entrata nel vivo assumendo un tono duro e senza esclusione di colpi. Alcune incertezze da parte di Marina Silva in merito alla questione del matrimonio tra omosessuali e la difficoltà di spiegare in che modo rendere sostenibile dal punto di vista ambientale una delle maggiori economie del pianeta, non le hanno giovato facendo dubitare delle sue doti come statista. Nel frattempo l'apparato del PT si è messo in moto con tutto il suo peso e col vantaggio di una maggiore quantità di spazi pubblicitari in televisione, potendo presentare al suo attivo i benefici sociali che hanno permesso a 30 milioni di cittadini di uscire dalla povertà e come una minaccia a tale benefici i cambiamenti proposti dagli avversari, principalmente la proposta della Silva.
In realtà, il dibattito non ha messo in discussione il migliorato schema sociale quanto il modello economico e produttivo attuale, che non tiene conto della questione ambientale, il cui peso invece in Brasile si avverte con particolare incidenza per gli evidenti cambiamenti climatici in corso.
La sinistra che rappresentano Lula e Rousseff è espressione di un settore sociale che lascia le zone povere e rurali per trasformarsi in lavoratori delle grandi metropoli, con l'obiettivo di ottenere un nuovo status sociale. L'accesso al consumo, all'auto, alla carta di credito sono i simboli di questa ascesa.
Marina Silva rappresenta una sinistra che intende includere socialmente coloro che vivono nella selva e delle sue ricchezze (popoli indigeni e comunità tradizionali) e che non hanno interesse a emigrare per trasformarsi in poveri urbanizzati. Una cosa è vivere semplicemente grazie a una natura generosa, altra cosa e diventare poveri nelle grandi città. La visione di questa sinistra considera la selva amazzonica un patrimonio da conservare e da utilizzare con raziocinio da includere nel bilancio economico, ma non da trasformare solo in commodities. Infatti, l'area amazzonica disboscata è tornata a crescere durante la gestione di Rousseff un 24% dopo la drastica riduzione ottenuta da Marina Silva quando era ministro per l'ecologia.
Per l'analista politico Eliane Brum, si tratta di tipi di Brasile che non si conoscono e praticamente non sono in contatto tra loro. E che non sono entrati in contatto anche per il livello eccessivamente polemico del dibattito elettorale. I tempi televisivi e il marketing politico, spesso giocano a sfavore dell'approccio dell'opinione pubblica a tematiche di certa complessità di certe tematiche.
La questione è che nelle ultime settimane, di fronte allo sgonfiarsi di Marina Silva nei sondaggi, si è tornati, grosso modo, alla situazione di un mese e mezzo fa. Aecio Neves disputerà il ballottaggio con Dilma Rousseff proponendosi come il cambiamento che molta gente reclama alla gestione di questi anni. La presidente farà appello alle politiche sociali ed all'enorme potenziale del Paese, ed entrambi probabilmente assumeranno impegni in merito alla lotta alla corruzione, che è tra
le principali richieste dell'opinione pubblica.
Restano sul tappeto le questioni di fondo, non ultima l'incontro delle varie identità di questo Paese dalle dimensioni di un continente che suppongono sfide alle quali il prossimo governo dovrà cercare di rispondere.