Dilma Rousseff è il nuovo presidente

Una donna guiderà l'ottava potenza economica mondiale, nel segno della continuità con la politica di Lula.
Dilma Rousseff

È fatta. Dilma Rousseff é la nuova presidente della Repubblica Federativa del Brasile. Una vittoria che propone una linea politica in continuità con la gestione di Inacio Lula da Silva, anche se questa economista di 63 anni non necessariamente sarà una fotocopia del carismatico leader del Partito dei Lavoratori (PT nella sua sigla in portoghese). Rousseff ha vinto con uno stacco di dieci punti ed il 55 per cento dei voti a dispetto dei media che, ancora una volta, hanno giocato a favore dell’opposizione. Ciò nonostante, l’ottava potenza economica mondiale si avvia a proseguire il suo cammino su una strada che coniuga la crescita economica allo sviluppo ed all’inclusione sociale. E lo farà con la conduzione di una donna.

 

Un fenomeno forse meno nuovo nel Vecchio Continente, ma certamente nuovo in America Latina, dove tali esperienze si contano ancora sulle dita di una mano. Ma certo é che prima il Cile della Bachelet, che ha lasciato a marzo la presidenza con l’80 per cento dei consensi, poi l’Argentina di Cristina Fernández, appena la settimana scorsa messa davanti alla dura circostanza della vedovanza, ed ora il Brasile di Dilma Rousseff costituiscono un precedente di peso in un contesto politico dove il maschilismo é ancora imperante. Ancor più quando, nella regione latinoamericana, ci si addentra nei territori delle province rurali, lontane dalle capitali o dai grossi centri urbani.

 

È un esperienza necessaria, quella della presenza femminile nella politica (ma non solo). La storia, l’economia, la cultura e dunque anche la politica risentono troppo di una visione che per secoli é stata al maschile. Ed i tempi sono maturi per correggere questa lettura del passato e del presente, arricchendola delle sfumature tipiche di quella che ormai rappresenta oltre la metà dell’umanità.   

 

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