Dignità umana e diritti

180 giovani giuristi a Castel Gandolfo condividono esperienze professionali e riflessioni dottrinali nello spirito della fraternità nelle relazioni giuridiche
Convegno Comunione e diritto

Si possono coniugare le intercettazioni di comunicazioni telefoniche con il rispetto della persona? E il segreto investigativo con la divulgazione di notizie? E la dignità umana con il sistema penale e carcerario? Sono alcune delle domande che si stanno ponendo 180 giovani giuristi di 12 nazioni al convegno “Dignità umana, relazioni, diritto. Il dialogo continua” in corso al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo fino a domenica prossima e organizzato da Comunione e Diritto dei Focolari. È il secondo appuntamento internazionale con avvocati, magistrati, professori universitari, notai, studenti che condividono esperienze professionali e riflessioni dottrinali cercando di vivere la fraternità nelle relazioni giuridiche e nella concretezza delle loro professioni.

 

Nella presentazione del convegno, Ilenia, una giovane milanese che frequenta il secondo anno del dottorato di ricerca in Diritto costituzionale, racconta come la affascinavano gli ideali della giustizia, della legalità, della pacifica convivenza tra i popoli resa possibile anche da regole giuridiche, ma come si sia scontrata con «un diritto gelido, staccato dalla vita concreta o con un’idea di avvocato o magistrato lontana da istanze etiche» con, a volte, intenti solo egoistici o economici.

 

È poi intervenuta Vera Araujo, responsabile per il dialogo culturale dei Focolari, e prima di leggere un messaggio della presidente Maria Voce ha ricordato come abbia deciso di studiare legge sin da quando aveva 10 anni «per cambiare il mondo». Per quanto riguarda il diritto ha sottolineato l’importanza della multidisciplinarità degli studi e come ogni disciplina possa essere collegata alle altre all’interno di un proficuo dialogo culturale. «La norma – ha, poi, aggiunto –, indipendentemente dai contenuti che veicola deve essere chiara». Una buona norma è, insomma, quella che non deve dare adito a molteplici interpretazioni e a creare confusione. Altro concetto ribadito da Vera Araujo è la dimensione provvisoria di una norma che non è mai eterna, ma nasce all’interno di un contesto civile, culturale per cui è stata pensata e creata. «La norma – ha concluso – quando non serve più, si cambia e serve fintanto che aiuta la vita della società».

 

Ai partecipanti al convegno ha inviato un messaggio Maria Voce, presidente dei Focolari, e avvocato anche lei, che ha incoraggiato i giovani ad andare avanti sulla strada intrapresa. «Se ognuno di voi – ha scritto – è pronto a trasformare in vita i propri ideali, a spendersi in prima persona, a giocarsi tutto, assieme agli altri, sono certa che già intravediamo e presto vedremo un mondo in cui la dignità di ogni uomo e di ogni popolo è tutelata in ogni momento, passaggio critico, difficoltà».

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