Dietro il prezzo del petrolio

L’uso delle risorse naturali è sempre connesso alla geopolitica e ai rapporti tra grandi potenze. Il parere del nostro esperto

Il fornitore di energia elettrica mi ha chiesto di accettare un prezzo del kilowatt costante per i prossimi due anni: un prezzo inferiore a quello attuale. Ma se il petrolio rimarrà al livello a cui oggi è crollato, quel prezzo nei due anni risulterà elevato. Così ho disdetto il contratto. Il prezzo del petrolio è come la pressione sanguigna del mondo: sotto stress si impenna, mentre se ritorna la calma, scende e si respira. Se scende troppo, non è segno di buona salute; ma la saggezza popolare dice che si muore solo di alta pressione, con la bassa si vive e a lungo.

L’Italia dipende per il 70 per cento da importazioni di petrolio e gas, così oggi può tirare un sospiro di sollievo: benzina e gasolio alla pompa sono calati, anche se sembra non abbastanza per un prezzo del petrolio dimezzato. Ma bisogna ricordare che è sceso anche il valore dell’euro sul dollaro e che le imposte pesano sul prezzo alla pompa per quasi un euro. Dovranno scendere anche le bollette dell’energia elettrica e del riscaldamento, attenti ai contratti a prezzo fisso. Dovrebbero calare i costi dei biglietti aerei e di trasporto delle merci, il potere di acquisto delle famiglie italiane meno abbienti aumenterà di quasi il 3 per cento.

Un fatto molto positivo, anche se la riduzione dei prezzi esalterà l’incombente deflazione: il contributo al Pil dello 0,6 per cento per la discesa delle importazioni energetiche di ben 24 miliardi di euro, renderà finalmente verificabile la previsione di crescita dichiarata a inizio anno che di solito è smentita dai fatti.      

Durerà? Per aumentare il prezzo del petrolio guadagnando di più, ai Paesi produttori basterebbe accordarsi per una riduzione della produzione, in primo luogo la Russia; ma ragioni politiche oggi lo impediscono. Basterebbe che gli Usa tenessero per casa loro, come in passato, il petrolio ottenuto dalla fratturazione delle rocce, ma il calo del prezzo internazionale del petrolio è anche un espediente molto efficace per fare un salasso alle mire espansionistiche di Putin e alla boria del presidente del Venezuela… Come sempre nell’ultimo secolo, petrolio e geopolitica sono tutt’uno.

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