Dietro il bilanciere batte un cuore
A poche ore dall'inizio dei campionati europei di sollevamento pesi, Genny Pagliaro, stella della squadra italiana, ci parla del suo sport, la cui immagine risente spesso di alcuni errati luoghi comuni.
A poche ore dalla partenza per i campionati europei di sollevamento pesi in programma a Minsk, in Bielorussia, dal 5 all’11 aprile, il Direttore Tecnico della nazionale italiana, Aldo Radicello, non nasconde un cauto ottimismo. <<Gli ultimi test effettuati per verificare lo stato di forma degli atleti dimostrano che stanno tutti bene. In campo maschile riponiamo le maggiori speranze in Vito Dellino, già medaglia agli europei del 2009, e Giorgio De Luca, davvero in grandi condizioni. Sul fronte femminile, invece, tutte le ragazze hanno concrete possibilità di entrare tra le prime dieci. Ovviamente, abbiamo fiducia in una buona prestazione anche da parte di Genny …>>.
Eh già. Da qualche anno Genny Pagliaro è uno dei principali punti di riferimento del movimento del sollevamento pesi italiano. Troppo minuta per fare karate, la sua prima passione, l’atleta siciliana si è appassionata a questa disciplina sin da giovanissima (<<sono figlia d’arte, mio padre e mio zio hanno fatto in passato questo sport>>), mostrando presto un talento fuori dal comune. Dopo un continuo crescendo di risultati tra cui spiccano due bronzi a livello continentale e l’argento mondiale del 2007, Genny si è presentata alle ultime Olimpiadi di Pechino con il “peso” di grandi aspettative. Forse troppe.
Così, tradita da tanta attesa e dall’emozione che molti atleti pagano alla loro prima esperienza olimpica, la nostra rappresentante è stata vittima di un vero e proprio attacco di “panico”. Tre prove nulle nello strappo, ad una quota (82 Kg.) ampiamente al di sotto del proprio record personale, un triste “0” sul tabellone elettronico accanto al suo nome, e la gara a cinque cerchi che finisce in poco più di 10 secondi tra le lacrime, ancor prima di cominciare. <<Lì per lì la delusione è stata fortissima – ci confessa Genny. Ma, anche se dal punto di vista strettamente agonistico è andata effettivamente male, con il tempo è prevalsa in me la consapevolezza che già arrivare alle Olimpiadi è stato qualcosa di straordinario. Certo, rimane un po’ di amaro in bocca per l’occasione perduta, ma nonostante tutto di quei giorni rimane qualcosa di bello, resta soprattutto una grande esperienza>>.
L’imprevisto “flop” olimpico della nostra atleta evidenzia chiaramente come nel sollevamento pesi non conti solo la forza. Per molti non addetti ai lavori è facile associare a questa disciplina l’idea di uomini e donne supermuscolosi. Ma è un’immagine sbagliata, frutto di uno dei tanti luoghi comuni di cui è spesso vittima questo sport. <<Nei pesi conta soprattutto la tecnica ed ancor più la concentrazione e la fiducia in se stessi. A volte sei li, davanti al bilanciere, e magari hai paura senza neanche sapere perché. Certo, la forza è importante, ma l’aspetto psicologico svolge un ruolo fondamentale, e se non si presta la massima attenzione si rischia di sbagliare anche le cose apparentemente più semplici>>.
Dopo Pechino la Pagliaro, complici anche alcuni problemi fisici che le hanno impedito di partecipare all’ultimo campionato del mondo, non è più riuscita ad esprimersi ai livelli precedenti. <<Dopo la delusione delle Olimpiadi, in effetti, mi sono lasciata un poco andare a livello mentale, avevo perso fiducia in me stessa e, pur essendo ben preparata a livello fisico, non sono riuscita a fare i risultati che avrei voluto. Però adesso sto gradualmente riprendendomi, ed in questo mi sta aiutando anche la decisione della nostra federazione cha, da alcuni mesi, ha istituito una sorta di collegiale permanente a Roma per seguire i migliori atleti azzurri di questo sport. Un’ottima iniziativa: ci stimoliamo uno con l’altro, fare gruppo tra di noi ci aiuta molto, soprattutto dal vista psicologico>>.
In attesa che Genny o uno degli altri azzurri impegnati nei prossimi giorni a Minsk (in tutto sette uomini e sette donne) possano regalare ai colori azzurri qualche risultato di prestigio, il sollevamento pesi italiano ha già vinto, fuori dalla pedana, la medaglia più importante. Grazie alla determinazione di Antonio Urso, presidente della nostra federazione dal 2005 e di quella europea dal 2008, il nostro paese è infatti in prima linea in una fermissima lotta al doping, problema con cui questa disciplina ha spesso dovuto fare i conti nel recente passato e con cui, purtroppo, deve ancora confrontarsi. <<Quello per cui si sta battendo il nostro presidente è una cosa giustissima. Tutti noi atleti dobbiamo gareggiare ad armi pari>>.
Anche se molti paesi non sono stati contenti, Urso ha convinto i membri della federazione europea a sottoscrivere un protocollo etico molto rigido sull’argomento, tanto è vero che negli ultimi avvenimenti internazionali i rappresentanti delle nazioni europee hanno vinto molte meno medaglie rispetto al recente passato ed alcune nazioni, prima ai vertici mondiali, sono improvvisamente … sparite! Ora il prossimo passo su cui si sta lavorando è quello relativo all’istituzione del cosiddetto “passaporto biologico”, una sorta di carta d’identità dove si potrebbero annotare progressivamente gli sviluppi fisici di ciascun atleta, per poi monitorare e punire eventuali variazioni fisiologiche “anomale”.
Lo scopo di questa ennesima iniziativa è quello di dare un’immagine nuova e più credibile di questo sport, spesso associato nell’immaginario collettivo a certe “pratiche” tipiche del body building. Ecco perché, facendo questa errata associazione di idee, molti possono essere portati a pensare che il sollevamento pesi faccia male alla salute. <<Non è assolutamente vero – ribatte Genny. Anzi, se fatta bene la pesistica aiuta, ad esempio è molto indicata per la cura della scoliosi. E poi è uno sport molto competitivo, emozionante. Per me è qualcosa di spettacolare, anche se altri la possono vedere o “vivere” in maniera diversa>>. Proprio così, il sollevamento pesi non è solo una questione di forza. Dietro il bilanciere, batte un cuore.
(La foto di Genny è di Vanda Biffani)