Dieci anni con Blair: un bilancio
È forse troppo presto per esprimere un apprezzamento valido sul premierato di Tony Blair. Si dovrebbe infatti attendere qualche anno per poter guardare la sua carriera politica con un po’ di distacco e oggettività. Secondo le indagini apparse sui giornali britannici, ormai la gente non vedeva l’ora che Blair se ne andasse. Un vero contrasto con l’atmosfera di grande gioia e speranza che si respirava quando dieci anni fa, quarantatreenne, è stato eletto dopo diciotto anni di governi conservatori. Come mai questo mutato atteggiamento nel pubblico britannico? Il motivo è soprattutto da ricercare nella guerra in Iraq. Blair chiese allora di avere fiducia nel suo giudizio che Saddam Hussein avesse veramente armi nucleari. Di fatto non le aveva, ma Blair rimase lo stesso a fianco di Bush a proseguire la guerra. Di conseguenza tutto il periodo del suo premierato è rimasto oscurato dalla tragedia dell’Iraq e dalla convinzione diffusa che Blair abbia fatto sempre la volontà di Bush, ignorando quella dei cittadini britannici. In più si sono verificati alcuni scandali di ministri che Tony Blair ha scusato, nonostante avesse promesso che avrebbe avuto tolleranza zero per i politici disonesti. Blair aveva anche promesso un grande miglioramento nei servizi pubblici (ospedali scuole e ferrovie) e una riduzione nel numero dei furti. Il suo governo ha investito grosse somme in tutti questi campi e dichiarato di aver ottenuto questo miglioramento. In realtà la percezione della gente è che il progresso sia stato invece molto scarso rispetto agli investimenti effettuati. Per esempio, il numero di furti è sceso negli ultimi dieci anni del 4 o 5 per cento, ma le prigioni sono oggi affollate da più di 80 mila detenuti: quasi il doppio di dieci anni fa. C’è poi il fattore della famigliarità: del fatto cioè che, dopo dieci anni, la gente si sarebbe stancata di chiunque e desidererebbe comunque un volto nuovo. Il grande successo di Tony Blair – quasi lo si potrebbe definire un miracolo – è stato invece l’Irlanda del nord. Le foto dei grandi nemici Ian Paisley e Martin McGuinnes insieme, sorridenti, sarebbero state inimmaginabili anche solo poche settimane fa. Tony Blair si è infatti dedicato corpo e anima per realizzare la pace in Irlanda del nord, passando momenti di disperazione, di buio e delusioni cocenti prima di arrivare alla meta. Si potranno dunque discutere tanti aspetti importanti del suo premierato, ma il suo successo in Irlanda del nord è indiscutibile.