Diario Paralimpico. Undici giorni di grandi emozioni.

Le similitudini con le Olimpiadi, l'apparente stupore per un gesto "normale", le medaglie degli atleti azzurri e altro ancora. Riviviamo alcuni dei momenti più significativi dei Giochi Paralimpici di Rio 2016. Prima parte, da giovedì 8 a domenica 11 settembre
Federico Morlacchi

Giorno 1 – Giovedì 8 settembre – Dalle Olimpiadi alle Paralimpiadi, il passo è breve

 

Ti imbatti nel calcio (sette contro sette nella versione riservata ad atleti con diversi tipi di lesioni cerebrali), e vedi vincere il Brasile. Passi al basket (alle Paralimpiadi riservato alle persone in carrozzina), e assisti al solito spettacolo targato Stati Uniti. Osservi le prove di tiro a segno e di ciclismo, e a dominare questi sport trovi rispettivamente i rappresentanti di Cina e Gran Bretagna. Insomma, archiviata la splendida cerimonia di apertura del giorno precedente, la prima giornata di gare dei Giochi Paralimpici di Rio ci riporta indietro col pensiero alle Olimpiadi di qualche settimana fa. E nulla sembra cambiato. Anche lì nel calcio il Brasile aveva vinto. Anche lì gli Stati Uniti avevano dominato il torneo di basket. Anche lì i tiratori cinesi e i ciclisti su pista britannici avevano fatto incetta di medaglie. Eh già, in fondo cosa è davvero cambiato? Solo qualche necessaria modifica alle regole, per rendere queste discipline accessibili alle persone con disabilità. E basta! Perché alle Paralimpiadi, come prima alle Olimpiadi, ci sono uomini e donne che non rinunciano a inseguire il sogno di una vittoria. Perché alle Paralimpiadi, come prima alle Olimpiadi, ci sono uomini e donne che non possono mettere un freno alla loro passione per lo sport.

 

Giorno 2 – Venerdì 9 settembre – Se a stupirci sono gesti "normali"

 

Dopo il digiuno di medaglie del primo giorno, l'Italia comincia a muovere il medagliere. Le prime soddisfazioni arrivano dal nuoto, sport che in questa giornata ci regala due medaglie d'argento. Rompe il ghiaccio un neo laureato in ingegneria meccanica, un ragazzo padovano di ventisette anni giunto alla sua seconda avventura Paralimpica. A Rio, dopo quattro anni in cui ha dosato con il bilancino allenamenti e studio, Francesco Bettella, tetraplegico, è riuscito a salire sul podio nei 100 metri dorso categoria S1 (quella con grado di disabilità più elevata). Per lui la medaglia d'argento, stesso piazzamento ottenuto poco dopo da Federico Morlacchi nei 400 metri stile libero (categoria S9). Di Federico risentiremo parlare nei giorni successivi … Intanto, colorata d'argento è anche la medaglia della judoka brasiliana Lucia da Silva Teixeira Araujo, ipovedente, che ha gareggiato nella categoria riservata alle atlete con un peso inferiore ai 57 Kg. A quattro anni di distanza dai Giochi di Londra del 2012, dove ottenne lo stesso piazzamento, Lucia è diventata molto conosciuta nell'ambiente paralimpico. Per le sue imprese sportive sul tatami, certo, ma anche per un video ormai "virale" (quasi due milioni di visualizzazioni), realizzato insieme a altri due atleti della nazionale paralimpica verdeoro. Il video in questione, dal titolo "The mindchanger workout", mostra questi tre atleti che si allenano insieme a ragazzi "normodotati", realizzando prestazioni migliori delle loro tra lo stupore generale dei presenti. Un video tutto da vedere, che vuole sensibilizzare il pubblico nei confronti degli atleti con disabilità, e che ci dimostra ancora una volta come per gli atleti paralimpici eccellere nello sport è… "normale".

 

Giorno 3 – Sabato 10 settembre – Il "suono speciale" di altre sei medaglie azzurre

 

Dopo solo tre giornate di gara, la Cina comincia a prendere il largo nel medagliere. Sessantanove podi, fin qui, per il "colosso" asiatico (26 ori, 24 argenti e 19 bronzi), mentre più staccate inseguono Gran Bretagna (35 medaglie di cui 15 d'oro), Ucraina, Stati Uniti e Brasile, ovvero le altre nazioni leader del movimento paralimpico internazionale. Nel frattempo, anche il medagliere dell'Italia continua a crescere, in una giornata dove i nostri rappresentanti portano a casa ben sei medaglie. Due arrivano dal triathlon, grazie all'argento di Michele Ferrarin e al bronzo di Giovanni Achenza, entrambi quarantacinquenni. Un'altra arriva dell'atletica leggera, per merito della nostra portabandiera Martina Caironi, seconda nel salto in lungo in attesa dei "suoi" 100 metri in programma sabato prossimo. Infine, altre tre arrivano dal nuoto, di cui due di bronzo con Giulia Ghiretti (50 farfalla cat. S5) e Vincenzo Boni (50 dorso cat. S3), e una d'argento, ottenuta da Cecilia Camellini nei 400 stile libero S11, la categoria riservata ai non vedenti. E siamo così a otto medaglie per i colori italiani. Tutte belle, anzi bellissime. Ma le avete viste bene queste medaglie paralimpiche? Si tratta di medaglie davvero "speciali", con la scritta "Rio 2016 Giochi Paralimpici" incisa anche in Braille, e con un particolare effetto sonoro visto che, scuotendole, gli atleti, anche i non vedenti, possono percepire di che metallo si tratta. Il tutto, grazie ad un dispositivo interno che contiene delle piccole sfere d'acciaio (28 per l'oro, 20 per l'argento, e 16 per il bronzo). Medaglie all'insegna della più piena inclusione, in linea con il vero spirito di questi Giochi.      

 

Giorno 4 – Domenica 11 settembre – Il sorriso d'oro di Federico. E intanto l'Italia fa tredici (podi)!

 

I 200 misti sono la sua gara preferita, quella dove è riuscito ad ottenere sin qui i risultati migliori. Dopo le medaglie di bronzo conquistate alle Paralimpiadi del 2012 e ai mondiali del 2013, infatti, Federico Morlacchi in questa specialità (gareggia nella categoria SM9 riservata ad atleti con grave debolezza in una gamba) si è imposto agli europei del 2014, ai mondiali del 2015, e ancora agli europei disputati nel maggio di quest'anno. Ovvio che alle Paralimpiadi di Rio fosse lui il grande favorito. Nelle batterie del mattino, però, il nostro atleta non aveva convinto fino in fondo. Terzo tempo di ingresso in finale, preceduto dall'australiano Disken e dall'ungherese Sors. Il ventiduenne varesino, evidentemente, aveva risparmiato un po' di energie in vista della finale della sera, dove ha dato vita ad una gara entusiasmante, condotta sempre all'attacco e conclusa con una splendida vittoria. Una vittoria ricca di significati, visto che coincide con la cinquecentesima medaglia italiana nella storia delle Paralimpiadi, e visto che ha consentito alla spedizione azzurra di aggiudicarsi il primo oro in questa edizione dei Giochi paralimpici. Federico è un ragazzo solare, sempre positivo, che ama scherzare e che è appassionato di nuoto sin da bambino. Un ragazzo con ipoplasia congenita al femore sinistro, che parlando della sua disabilità ricorda spesso, sempre con un sorriso, che in fondo "a tutti manca qualcosa" … In una giornata in cui l'Italia ha vinto anche la medaglia di bronzo nella prova mista a squadre di tiro con l'arco (per merito di Elisabetta Mijno e Roberto Airoldi), e altri due bronzi nel tennis tavolo (grazie alla friulana Giada Rossi e ad Amine Kalem), per Morlacchi la ciliegina sulla torta è arrivata poco dopo la sua premiazione. Giulia Ghiretti, infatti, fidanzata proprio con Federico, ha conquistato la medaglia d'argento nei 100 rana della categoria SB4 (lei è paraplegica). E si sa, se vincere è bello… farlo insieme a chi si ama è ancora più bello!

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