Diario dalla Siria/12
«La giornata è stata scandita da varie esplosioni, che non sempre si riesce a localizzare. C’è ormai una certa assuefazione nel comunicarsi la notizia ma è chiaro che ognuno, nel suo cuore, è ogni volta profondamente ferito, come la città.
«Si parla di scontri molto forti soprattutto a Doueira, dove tanti miliziani stranieri (afghani, kuwaitiani, e altri) sono stati uccisi, così come ad Homs. La TV nazionale ne riporta immagini e commenti. Tunnel di decine di chilometri sono stati scavati negli anni passati con il pretesto di lavori fognari o altro per favorire, invece, un più agile passaggio di armi e di uomini armati. E oggi, quegli uomini vi sono rimasti imprigionati e subiscono una terribile sorte, secondo la legge della guerra che non porta niente di nuovo sotto il sole: “occhio per occhio”.
«Nella chiesa francescana di Tabbale, conosciuta come il Memoriale di san Paolo ( dove la tradizione situa il luogo dell’incontro folgorante tra Saulo e Gesù, lungo una via romana i cui resti si trovano nella grotta adiacente la Chiesa) alle 11 si celebra la messa col nunzio apostolico e alcuni vescovi, seguita da una breve processione nella grotta. Fa impressione ascoltare la prima lettura, nella quale l’Apostolo stesso racconta tutte le sofferenze subite per seguire Gesù e diffondere la Buona novella. Penso alla gente che riempie la chiesa, penso a me stessa. E mi viene da dire che sicuramente non ho ancora dato la mia prova di fedeltà come il grande Paolo, che mi appare davvero un gigante nell’amore e nella fedeltà a Gesù.
«In questi tempi, mi consola molto pensarlo nel suo passato di persecutore e convinto sostenitore degli uccisori di Stefano e di altri cristiani. Mi sembra un segno anche per il nostro tempo: se Dio ce ne dà la grazia, possiamo migrare da un passato anche tenebroso e terribile a un futuro non lontano di amore e di sostegno, alla giustizia, alla fraternità e allo sviluppo reale dell’umanità, grazie a un’inversione decisa di marcia anche ad alti livelli. La chiedo per tutti nel mondo perché niente è impossibile a Dio».
Gio Astense