Diario dalla Siria /6

I vetri tremano per un'altra bomba mentre si legge un libretto: "L'inutilità della guerra". Davvero si può continuare a pensare che un sistema economico di stampo europeo o arabo possa portare benefici ad un Paese così distrutto? Commenta
Siria

«Pascal e Murad hanno trascorso una settimana a Kfarbo, in prossimità di Hama. Era da ben 14 mesi che non si era riusciti a raggiungere la città a causa dei pericoli sulle strade. La comunità cristiana resta viva grazie alla vita del Vangelo e agli incontri periodici in cui ci si scambiano esperienze, si prega insieme, si rinnova la volontà di lavorare per la pace. Jamile mi chiama al telefono per ricordarmi la forza della preghierà fatta in unità. Sì, il time-out ci rassicura. Nella notte in cui stiamo vivendo, esso è luce e  sicurezza. Dio non può non ascoltarci, non può non intervenire, ora poi che che il nuovo fronte di guerra nel Mali è sempre più cruento dobbiamo intensificare la fede.

La gente, qui, sogna un mondo di pace giusta e stabile, nel quale i produttori di armi cessino di deviare secondo logiche mortali l’economia e la politica; dove la politica sia vissuta come servizio al bene comune e la patria altrui sia amata come la propria; dove i potenti mezzi di comunicazione abbiano il coraggio di dire la verità senza camuffarla o distorcerla, addormentando le coscienze con facili slogans che possono fare da supporto deleterio a guerre e conflitti; dove il cittadino comune si chieda di fronte ad ogni azione: “sto mettendo un tassello per un mondo giusto, pulito, pacifico?”; dove il diverso per religione, razza, cultura, stato sociale sia valorizzato e non temuto o denigrato. Dove …

Mentre sto finendo di scrivere, i vetri tremano. Che cosa sarà successo? Dove? Quanti morti o feriti ci saranno stati?

Sono in Medio Oriente da ormai 26 anni. Prendo in mano il libretto di Igino Giordani: “L’inutilità della guerra”, pubblicato la prima volta nel lontano 1953, in piena guerra fredda. L’avevo comprato due anni fa, quando ancora il Paese era in pace e sicurezza. Lo sto leggendo adagio, per approfondirne il messaggio, per carpirne quelle idee che vanno al di là della storia contingente e dicono il bisogno di una sterzata radicale verso altri lidi, quelli sognati dall’uomo di ogni tempo e di ogni cultura, lidi di pace, giustizia, condivisione libera dei beni perché guidata dall’amore.

Le parole di Giordani mi risultano quanto mai attuali. Forse, mi dico, sarebbe il caso di prenderlo in mano in tanti, questo libretto, giovani, adulti, educatori, gente comune, politici, economisti, per uscire insieme da quella idea falsa e qualunquista che spaccia la guerra come inevitabile per una crescita economica, democratica, sociale etc. Si parla già da tempo qui in Siria dei benefici che l’economia europea e occidentale e dei Paesi arabi ricchi avrà nella ricostruzione del Paese una volta che sarà ben distrutto. Bisogna convincersi insieme che l’intelligenza umana può trovare vie di sviluppo reale e a lungo termine se abbandona la legge dell’avidità, della gelosia, della vendetta, dell’individualismo sfrenato.

Coraggio, mi dico, sei ancora in vita, puoi cominciare adesso tu, in questo momento, e mettere ora il tuo tassello al mosaico della fratellanza universale. I vetri tremano un’altra volta. E’ il presente che conta».

Gio

Le altre puntate del diario:

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