Diario dalla Siria /53

Dopo qualche giorno di tregua Aleppo è tornata senz’acqua per un bombardamento del serbatoio. La gente è stanca, ha paura, vive nell’insicurezza ma continua a pregare come la giovane donna di cui pubblichiamo lo scritto
Aleppo

Dopo il mio ultimo appello, Aleppo ha avuto per qualche giorno l'acqua. Ma dal primo giugno, dopo un fortissimo bombardamento, i ribelli hanno fatto saltare il grande serbatoio idrico che disseta la città e l’incubo della siccità ritorna anche perché per riparare quest'ennesimo sabotaggio ci vorranno tempi lunghi.

Si sono svolte le elezioni ma potete immaginare che la situazione non è cambiata. Tanti colpi di mortaio cadono ogni giorno e ovunque ci sono morti e feriti anche a Damasco. La gente ha paura, è stanca. Tu cammini in città e non sai se arriverai o no. Ci sono tante zone senza acqua ed elettricità.

Dentro ti viene la domanda quando finirà tutto questo? È una guerra assurda, ma chi sta pagando è la gente, questa gente che ha una fede e che vuole continuare a vivere.

Quante storie dolorose abbiamo sentito in questi giorni oltre a chi muore o viene colpito dalle granate c’è il dramma dei malati che non hanno medicine per curarsi e di chi vorrebbe andar via ma non può. Poi c’è chi prega come una giovane mamma di due bambini che ci ha scritto. Le sue parole sono l’anima del popolo siriano: non né modifico alcuna, perché è un ritratto di questa tragedia senza fine.

«Mio Dio voglio pregare….Voglio dirti che sono stanca….molto stanca.

Io sono della terra del conflitto.. della terra della non pace.. della terra della distruzione.

Io sono della Siria.

E la Siria si riflette dentro di me o mio Dio… il conflitto, la guerra, le distruzioni tutte queste cose le vivo dentro di me, e sento la mia anima spossata.

O Mio Dio,  il mio paese sta soffrendo, e la mia anima soffre con il mio paese e con i figli della mia terra che si stanno ammazzando fra di loro. Ma io sono sicura che anche tu stai soffrendo con tutti noi.

Basta mio Dio… Basta mio Dio.. Basta mio Dio…  Vieni e riempici del tuo amore e della tua pace e del tuo Spirito.

Amiamoci a vicenda come tu ci hai amato… E basta odio, rancore e dolore, perché siamo un popolo che merita di vivere, e i nostri figli meritano di vivere, e la nostra Siria merita di vivere…».

Chiediamo insieme con una fede che sposta le montagne, la pace. Con la stessa intensità con cui il Papa e il Patriarca di Costantinopoli l’hanno invocata per il Medioriente.

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