Diamo un calcio alle intolleranze

Nel corso della gara voluta dal pontefice per il dialogo interreligioso, tanti i segni di fraternità: dall'abbraccio tra i giocatori delle due squadre, all'ulivo piantato dai rappresentanti di differenti religioni
Ulivo della pace piantato da rappresentanti di diverse religioni

“Alla partita per la pace voluta dal papa non può piovere”. Forti della previsione fatta da un’anziana signora lunedì mattina, nonostante la pioggia incessante e il vento che ha flagellato Roma insieme a gran parte dell’Italia tutta la giornata, ci muoviamo verso lo stadio Olimpico. La partita comincia alle 20.45, non bisogna fare tardi.

Sfidando il calo delle temperature, prendiamo la macchina e con due bambini piccoli, un passeggino, l’acqua, le merende e le giacche a vento raggiungiamo senza intoppi lo stadio. Arriviamo pochi minuti prima del match che vedrà insieme delle vere e proprie leggende del calcio: da Maradona a Roberto Baggio, da Alessandro del Piero a Valderrama, da Javier Zanetti (promotore della partita insieme alla moglie Paula) a Gigi Buffon e nell’aria si respira grande entusiasmo.

Le curve sono chiuse, prendiamo posto nella tribuna Tevere, circondati da tanti bambini, da tifosi incalliti e da ragazzine con tute, bandana e bandierine inneggianti a Violetta. La protagonista della fortunata serie televisiva, Martina Stoessel, infatti, alternandosi al cantante italiano Nek, intrattiene il pubblico prima della partita.

Poi, è stato tutto un susseguirsi di parole, gesti e simboli di pace: dall’abbraccio fraterno tra i componenti delle due squadre (alle quali sono stati dati i nomi delle fondazioni organizzatrici dell'evento, Scholas e Pupi) prima della gara, al videomessaggio inviato dal papa in spagnolo, la sua lingua del cuore, per sottolineare un tema, quello del dialogo interreligioso, a cui tiene moltissimo: “Allargate i vostri cuori da fratelli a fratelli! Questo è uno dei segreti della vita: allargare i cuori da fratelli a fratelli; e anche la dimensione più profonda e autentica dello sport”. Francesco ha inviato anche un dono: un ulivo, simbolo della pace, che è stato portato in campo e simbolicamente piantato da rappresentanti delle diverse religioni (nella foto).

E come aveva previsto di mattina quell’anziana signora, la pioggia non c’è stata. Un seme di pace e di speranza è stato davvero piantato in tanti cuori e, nonostante potesse sembrare un gesto piccolo di fronte ai tanti conflitti che stanno infiammando la terra in questi mesi, racchiude in sé una speranza che potrà farsi strada e crescere nel silenzio, grazie a tante, tantissime persone di buona volontà, che come il papa dicono forte il loro no alla guerra.

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